Gentiloni è alle prese col difficile compito di formare un nuovo governo. Un’impresa alquanto ardua che mira a ricompattare la maggioranza uscente. Il presidente incaricato è ora ostaggio delle lobby di potere che cavalcano il momento imponendo condizioni che non rispecchiano per niente la strada indicata dall’esito del referendum costituzionale. A far discutere è soprattutto il passaggio di Angelino Alfano dal Viminale alla Farnesina. “Mentre prepara il trasloco – tuona la Lega Nord – stanno sbarcando sulle coste siciliane altri 1160 immigrati, alzando l’asticella degli arrivi in questo 2016 alla cifra record di 180mila”.
“Il timore – spiegano le stesse fonti – è che si inneschi, perfino tra i renziani, un gioco di veti incrociati”. Ecco perchè qualora non si trovasse la quadra sul nome del ministero degli Esteri potrebbe ritornare in gioco la “carta Belloni”, come prosecuzione di un lavoro alla Farnesina. In realtà, girano voci (non confermate) di un trasloco di Alfano proprio alla Farnesina dove però al momento viene dato per favorito Carlo Calenda. “Alzarsi la mattina e leggere che Alfano farà il ministro degli Esteri e rappresenterà gli italiani nel mondo – scrive in un tweet il segretario federale della Lega, Matteo Salvini – siamo su scherzi a parte”. E Francesco Storace rincara la dose: “Alfano agli Esteri. Continua inarrestabile la fuga dei cervelli”. Attendiamo con ansia anche il commento di Vittorio Sgarbi.