“Non starò seduto tra i banchi del prossimo Parlamento, perché ho deciso di non ricandidarmi alle prossime elezioni“. Lo rivela Angelino Alfano a ‘Porta a
Porta’. L’uomo dei mille salti, all’indietro, in avanti, carpiati capisce finalmente che il suo nome è un macigno insormontabile per chiunque. Indigeribile e respingente per l’elettorato di ogni fede e colore. E getta la spugna. Anzi, alza bandiera bianca. “Non starò seduto tra i banchi del prossimo Parlamento, perché ho deciso di non ricandidarmi alle prossime elezioni” dice, rivolto a Bruno Vespa, dalla bianca poltrona di Porta a Porta. Ma non è un addio alla politica, precisa. Piuttosto lui lo immagina come un pit-stop. Almeno così prova a far intendere, cercando di convincere se stesso: “Dimostrerò che si può fare politica anche fuori dal palazzo”, aggiunge infatti. “Ritengo – spiega – che ci siano dei momenti in cui vadano fatti dei gesti, voglio dimostrare che tutto ciò che abbiamo fatto è stato motivato da una profonda responsabilità verso il paese”. In verità Alfano, già braccio destro del Cavaliere, transitato disinvoltamente dalla maggioranza di centrodestra a quella di centrosinistra, collezionista di incarichi e poltrone eccellenti, ministro della Giustizia, degli Interni, degli Esteri abbandona ogni speranza di tornare in Parlamento perché non è riuscito a spiegare le sue mille piroette. Colpito al cuore da sondaggi impietosi che, uno dopo l’altro, ne hanno immancabilmente evidenziato l’inconsistenza elettorale e la netta antipatia degli italiani. Alfano decide di non provarci neppure a chiedere il voto perché avverte che il consenso per lui è una chimera. Così tenta il beau teste: libera quel microcosmo denominato Alternativa Popolare e consente a quelli che tutt’ora sperano in un seggio di provare ad accasarsi a sinistra o a destra. A lui, invece, che pure ha contato così tanto nel Palazzo, senza essere mai stato all’altezza, non rimane che il gran rifiuto. Perché senza quid e senza quorum.
“L’ho detto a mia moglie che condivide, anzi di più, e a mio padre e a mia madre. Solo a loro tre”, aggiunge Alfano. Che sottolinea , di non aver avvertito nessun altro: “Non l’ho detto a Renzi? Non avevo dovere di comunicazione con lui”. Ma “ho avvertito anche Gentiloni, venendo qui l’ho detto anche a lui” dice Alfano. “”Una conversazione privata e amichevole che non riferisco”.
L’annuncio di Alfano ha scioccato senatori e deputati di Alternativa popolare. Mezze parole, silenzi, cellulari staccati: il ministro ha spiazzato tutti con la notizia data a ‘Porta a porta’. Ma ora ne parlerà direttamente, a quanto si apprende, alla segreteria del partito convocata nella sede di via del Governo vecchio.
La decisione cade anche in un momento particolare, data la Direzione nazionale convocata per lunedì prossimo al romano hotel Flora. Una Direzione che dovrebbe votare tra le opzioni in campo in vista delle politiche: alleanza con il Pd o corsa solitaria. Al momento l’appuntamento risulta confermato.