All'Istituto Spallanzani viene isolato il Coronavirus

0 0
Read Time:2 Minute, 19 Second

Nella lotta al Coronavirus importante scoperta dell’Italia: è di poche ore fa, l’annuncio del Ministro della Salute Roberto Speranza, che l’Istituto Nazionale Malattie Infettive ‘Lazzaro Spallanzani’ di Roma, ha isolato il Coronavirus. 

“Aver isolato il virus significa – ha dichiarato il Ministro Speranza – avere molte opportunità di poterlo studiare, capire e verificare meglio cosa si può fare per bloccare la diffusione. Sarà messo a disposizione di tutta la comunità internazionale. Ora sarà più facile trattarlo”.

E’ una notizia importante a livello globale; in meno di 48 ore dal caso di Coronavirus in Italia, gli operatori sanitari dello ‘Spallanzani’ sono riusciti a isolare il virus. E grazie a questa celerità sarà possibile perfezionare i metodi diagnostici già esistenti.

La sequenza parziale del virus isolato nei laboratori dello Spallanzani, denominata 2019-nCoV/Italy-INMI1, è già stata depositata nel database GenBank. L’ Italia in questo modo mette a disposizione della comunità scientifica mondiale la scoperta.

La Direttrice del laboratorio di Virologia dello Spallanzani, Maria Capobianchi, la ricercatrice a capo del team che ha isolato il Coronavirus spiega come si è giunti alla scoperta: “Collaborazione e un pizzico di fantasia. Così ci siamo riusciti; ha vinto tutto lo staff, abbiamo fatto dell’esperienza sul campo la nostra forza. Adesso sarà più semplice trovare un vaccino per il Coronavirus, la coltivazione del virus è un fatto fondamentale per qualsiasi allestimento credibile di presidi e nuove strategie. Avere a disposizione il virus significa partire da una buona base”.

E’ decisamente un passo avanti di rilievo, dal momento che nonostante il virus fosse già stato analizzato in Cina, l’Italia è stata – con questa scoperta – il primo Paese in Europa (insieme alla Francia) ad aver raggiunto questo risultato.

Ciò che conta in particolare è la disponibilità dei dati sul virus che consentirà, di perfezionare i metodi diagnostici esistenti ed allestirne di nuovi; attraverso i test sarà d’ora in poi possibile capire in tempi rapidi se una persona è infettata o meno, come pure sarà possibile e più semplice studiare il meccanismo della malattia per lo sviluppo di cure e la messa a punto del vaccino.

“Avere a disposizione il virus in un sistema di coltura – spiega la Direttrice del laboratorio di virologia dello Spallanzani Maria Capobianchi, – ci permette di provare farmaci in vitro e di fare studi di patogenesi, cioè sui meccanismi di replicazione. Sempre quando si scoprono dei virus nuovi il materiale di partenza cruciale è il virus – ha spiegato – perché averlo a disposizione significa avere uno strumento per perfezionare la diagnosi e mettere in piedi test sierologici che ancora non ci sono e che significano la ricerca degli anticorpi, quindi la risposta delle persone all’infezione, anche in termini di risposta neutralizzante, ovverosia protettiva, capace di inattivare il virus”.

Alberto Porcu Zanda

print
Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *