“Le alte temperature stanno mettendo a dura prova i trentamila lavoratori del comparto edile e, anche se non da parte di tutte le imprese, stiamo registrando una non adeguata responsabilità sui rischi per la salute e sicurezza che si corrono quotidianamente nei cantieri edili in tutta la Sardegna”: a lanciare l’allarme è la segretaria regionale Fillea Cgil Erika Collu, che fa un appello affinché vengano messe in pratica tutte le azioni necessarie per preservare i lavoratori.
“E’ necessario modificare gli orari di lavoro per evitare le ore più calde ma è chiaro che, considerata la situazione climatica della Sardegna, occorre necessariamente ricorrere alla cassa integrazione”, sottolinea la segretaria spiegando che “è prevista per temperature sopra i 35 gradi e anche meno quando si lavora sui tetti, sugli asfalti stradali o in luoghi con elevata umidità”.
Il sindacato è impegnato fin da giugno nella campagna “Caldo estremo doppio rischio” che ha l’obiettivo di sensibilizzare lavoratori e datori di lavoro dell’edilizia e dei materiali da costruzioni con volantinaggi e incontri a tappeto nei cantieri. Da quasi due mesi i delegati Fillea Cgil della Sardegna stanno dedicando risorse e impegno per fornire tutte le informazioni utili a prevenire le patologie da calore, riconoscere ai primi sintomi, su come comportarsi in caso di emergenza, su cosa il datore di lavoro è tenuto a garantire ai lavoratori e in quali condizioni si può ricorrere alla cassa integrazione. “Il problema però è che se anche i lavoratori sono sensibilizzati – dice Erika Collu – è indispensabile che i datori di lavoro siano conseguenti, altrimenti i rischi restano tali”.
D’altronde, la campagna della Fillea Cgil si fonda proprio sulle indicazioni di Inps e Inail, che hanno stilato un decalogo sulla riorganizzazione dei turni e precise linee guida per prevenire lo stress termico e ricorrere alla cassa integrazione. Nonostante questo, la categoria registra ancora una grave disattenzione da parte delle imprese, “un atteggiamento esecrabile se si pensa ai casi di morte già avvenuti nel resto del Paese e ai tanti casi di malore purtroppo già registrati in diversi cantieri”.
Per queste ragioni la Fillea Cgil auspica un cambio di rotta, prima che sia troppo tardi: “Raccomandiamo alle imprese di mettere in campo tutte le azioni volte a mitigare gli effetti del caldo sui lavoratori edili”.