Il governo continua a raccontarci bugie. In queste settimane le parole ripresa, luce in fondo al tunnel o più sfacciatamente “crisi alle spalle” hanno rimbombato nelle
televisioni e nei giornali ed i nostri governanti, col petto fuori, hanno riempito i talk show. Oggi però è arrivata la doccia fredda dei dati Istat. Un miglioramento c’è stato ma solo per pochi, il quinto più ricco della popolazione per essere precisi che vede aumentare il proprio reddito. Per gli altri, invece, soprattutto se residenti nel Mezzogiorno, non si allontana lo spettro della povertà o dell’esclusione sociale. Questa è la “fotografia” scattata dall’Istat sulle condizioni di vita degli italiani.
A destare allarme è soprattutto l’incremento (+ 1,3 per cento sull’anno precedente) del numero di connazionali a rischio povertà o esclusione sociale che – riferisce l’Istat relativamente al 2016 – è pari al 30 per cento della popolazione. Una percentuale altissima che addirittura s’impenna nel Sud (46,9, quasi una persona su due), ma che si presenta più alta rispetto al 2015 anche al Nord-Ovest (21 per cento da 18,5) e nel Nord-Est (17, 1 da 15,9). Stessa musica nel Centro dove è un quarto della popolazione (25,1 per cento) a versare in tale condizione. Sono numeri terrificanti, addirittura da «da Terzo Mondo», secondo il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona. «Fino a che il 30 per cento degli italiani è rischio povertà o esclusione sociale – ha aggiunto il responsabile dell’Unc -è evidente che i consumi delle famiglie non potranno mai veramente decollare e si resterà intorno all’1 virgola».