Site icon CAGLIARI POST

Annòtu, è on line l’archivio con le videotestimonianze sulla genitorialità in Sardegna

I temi della genitorialità, a partire dalla decisione di essere o no padre o madre, indagati attraverso cinquanta videotestimonianze raccolte in giro per la Sardegna nelle varianti linguistiche parlate dai protagonisti nei territori di appartenenza.

E’ questo Annòtu (annotazione, archivio in sardo), nato da un’idea di Marilisa Piga e Nicoletta Nesler e pensato come un ulteriore arricchimento del progetto Lunàdigas lanciato dalle due autrici nel 2015 con il sito www.lunadigas.com per indagare le motivazioni alla base della scelta di molte donne di non essere madri.

Dopo quell’esperienza, culminata nel 2016 nell’omonimo documentario (i pastori sardi chiamano luàadigas le pecore che non figliano) selezionato in oltre trenta festival internazionali del cinema e premiato come miglior documentario in sei di questi, il passo successivo è stato l’Archivio Vivo di Lunàdigas, il primo archivio di storia orale realizzato con standard catalografici internazionali, sottotitolato in italiano e inglese e accessibile gratuitamente sul sito lunadigas.com.

“Annotu – Ricerca audiovisuale intorno alla genitorialità in lingua sarda” è lo spin off dell’Archivio vivo di Lunàdigas e va ad arricchire il sito di una sezione che con la sua scelta linguistica vede nella conoscenza e nell’uso della lingua madre un prezioso diritto e un’ulteriore opportunità di disporre di codici, suoni, parole, frasi.

Il sardo è una lingua minoritaria, tutelata, studiata, praticata, insegnata perché non venga dimenticata o trascurata. Ne accresce l’importanza il suo essere lingua materna, quella che segna la nostra storia, la lingua della memoria, dell’intimità, dell’identità appunto. E’ apparso dunque importante approfondire la ricerca che parla di maternità e paternità attraverso l’uso della lingua materna.

Sul sito Lunàdigas.com, la sezione dedicata ad Annòtu raccoglie le videotestimonzianze di uomini e donne: dai Pampini, coppia di Carloforte che in mancanza di un parentado vero e proprio ha deciso di rendere i loro amici parenti della loro unica figlia, a Carolina, donna che pur dichiarando di non riuscire a immaginarsi senza figli riconosce il diritto di ogni donna di scegliere se averne oppure no. 

Ciascuna testimonanza è raccolta nelle varianti linguistiche dell’isola (algherese-catalano, campidanese, logudorese, italiano-tabarchino ecc.) ed è accompagnata dalla traduzione in italiano e in inglese così da rendere ulteriormente accessibile il materiale. Sono stati inseriti anche i sottotitoli per non udenti.

Con Annòtu sono diversi gli obiettivi perseguiti: l’approfondimento del progetto di ricerca sulla genitorialità condotta da tempo dall’associazione Lunàdigas, la promozione dell’audiovisivo come strumento per la cura e la valorizzazione della memoria, del racconto personale e del multilinguismo, la valorizzazione e promozione del racconto di sé come pratiche di conoscenza, strumento di esplorazione e ascolto, veicolo di empowerment nella definizione identitaria personale e comunitaria sino alla promozione  dell’accesso alle opportunità di utilizzo della cultura con particolare attenzione alle fasce sociali più svantaggiate e alle giovani generazioni offrendo la traduzione, la sottotitolatura, la declinazione audio e video dei contenuti in funzione delle disabilità visive e uditive.

Oltre che dalle autrici Marilisa Piga e Nicoletta Nesler il team che ha lavorato al progetto è composto da Tore Cubeddu (Eja tv, Terradepunt srl che ha realizzato le riprese), Silvia Moretti (archivista, ricercatrice), Daniela Travaglini (traduttrice), Amos Cardia (ricercatore e responsabile linguistico del progetto), Giusy Salvio (ricercatrice, responsabile comunicazione), Idee digitali (società che ha curato la post produzione).

“È verosimile che Annòtu possa diventare un archivio storico dinamico che conserva le voci, gli accenti, le mode e le opinioni del periodo in cui sono stati raccolti i dati, fornendo una risorsa preziosissima per le generazioni future”, sottolineano Marilisa Piga e Nicoletta Nesler. “Questo- proseguono- non solo rende i contenuti più attraenti e memorabili ma può anche stimolare una maggiore comprensione e sensibilizzazione su temi complessi e personali come essere o non essere genitori. Va poi osservato come il progetto sia in grado di preservare e celebrare la cultura e la lingua sarda aprendosi allo stesso tempo al dialogo internazionale, promuovendo una comprensione globale delle esperienze personali nella società sarda”.

Annòtu è realizzato con fondi del bando Studi, Ricerche e progetti di sperimentazione sui nuovi linguaggi e tecnologie audiovisive della Regione Autonoma della Sardegna.

Per informazioni: https://annotu.lunadigas.com/ o mail a info@lunadigas.com

Le donne che scelgono di non avere figli sono oggetto di pregiudizi. Lunàdigas nasce per dare loro voce. La parola lunàdigas viene dalla lingua sarda ed è usata dai pastori per indicare le pecore che non figliano.

Le autrici e registe Nicoletta Nesler e Marilisa Piga hanno cercato un termine che descriva senza negazioni le donne “senza figli” e “non madri”.

Lunàdigas è invece una parola che afferma e conferma, con autoironia, l’esistenza e l’identità di quelle donne che si sentono complete anche senza aver messo al mondo dei bambini, sfidando stereotipi, luoghi comuni e sensi di colpa.

In principio fu il webdoc, pubblicato online nel 2015 dopo anni di lavoro, con le testimonianze di donne lunàdigas note e meno note, di ogni età e provenienza. Nel 2016 tutto questo diventa un vero e proprio film, che continua a girare per le sale e i festival italiani e internazionali, collezionando riconoscimenti.

print
Exit mobile version