Ieri, con le dimissioni del Sindaco Sanna, si è aperta ufficialmente la crisi nel Comune di Oristano. Prendendo atto della crisi politica, il Sindaco, durante i lavori del Consiglio comunale, ha comunicato all’assemblea civica la sua decisione.
“Oggi, con l’approvazione del piano di trasferimento degli usi civici, in questo Consiglio comunale con grande senso di responsabilità abbiamo adottato un atto fondamentale per la nostra città, un atto amministrativo straordinario, importante come sono importanti gli altri che sono all’ordine del giorno di questo consiglio, atti di ordinaria amministrazione che io voterò – ha detto il Sindaco Sanna -. Con lo stesso senso di responsabilità bisogna prendere atto del fatto che la situazione politica è ancora preoccupante. Non abbiamo ancor raggiunto la quadra, nonostante sia passato un bel po’ di tempo da quando questa situazione è iniziata. Pertanto, comunico al presidente che, constatata l’impossibilità di portare avanti l’azione amministrativa iniziata un anno fa, nonostante, responsabilmente, abbia tentato numerose e differenti iniziative, preso atto che al momento non ci sono le condizioni politiche per procedere con un’azione efficiente, con grande rammarico, ma con la ferma volontà di trovare nei prossimi giorni una intesa politica che possa con serenità offrire la seria volontà di un rinnovato impegno al servizio della comunità di Oristano, mi vedo costretto a rassegnare le dimissioni dalla carica di Sindaco”.
“Spero di trovare una soluzione al più presto per il bene della nostra Oristano. Continuerò in questi giorni a lavorare nella ferma convinzione che occorre anteporre alle esigenze personali quelle della collettività – ha detto ancora il Sindaco Sanna che poi ha annunciato che lunedì prossimo sarà presente in aula per la seduta di Consiglio comunale già convocata per votare il rendiconto e gli equilibri di bilancio. “Partendo dall’approvazione di questi punti si vedrà la reale volontà di questo consiglio di ricomporre questa crisi. Lo dobbiamo alla città di Oristano. È un nostro dovere” ha concluso Sanna.
Le legge assegna al Sindaco 20 giorni di tempo per decidere se ritirare le dimissioni. In caso contrario sarà nominato un commissario straordinario che guiderà il comune fino alle prossime elezioni.
In apertura di seduta il Sindaco Sanna aveva comunicato al Consiglio la decisione adottata lo scorso 6 luglio “di azzerare la Giunta comunale dopo un’attenta e ponderata analisi della situazione politica. Con senso di responsabilità ho preso una decisione forte, sofferta, ma necessaria, con l’intento di sbloccare una situazione politica sta creando serie ripercussioni sul governo della città. Non è stato un atto punitivo nei confronti di nessuno, ma un’esigenza generata da continue situazioni che stavano compromettendo il regolare esercizio dell’attività pubblica. A questa situazione si è arrivati dopo un periodo di immobilismo che non mi ha consentito di lavorare serenamente e portare avanti le iniziative necessarie per la città. Se ci sono le condizioni politiche, occorre immediatamente un cambio di rotta per spostare l’attenzione dalle esigenze di parte a quelle della città. Siamo stati scelti dagli elettori per governare con responsabilità, coerenza e impegno. Valori che devono contraddistinguere il mio operato e quello di tutti. Spero di trovare un’intesa e una convergenza su questi obiettivi che sono sempre stati il fondamento del mio fare politica. Auspico un rinnovato governo, coeso e forte, di grandi intese, che abbia come unico scopo Oristano. Ringrazio chi fino ad oggi ha lavorato con impegno e dedizione assolvendo agli incarichi assegnati”.
Subito dopo è stato lo stesso Sindaco Sanna a presentare in aula il piano di trasferimento della terre civiche di Torre Grande dall’area compresa tra la torre e il porticciolo alla porzione di pineta compresa tra il tennis club e il campeggio Spinnaker. La delibera è stata approvata all’unanimità con 24 voti a favore.
“È un atto importante, un traguardo per il Comune che completa un percorso intrapreso da varie amministrazioni, iniziato nel 2009, quando ancora le procedure regionali non erano entrate in contrasto con quelle nazionali, per superare e rimuovere le problematiche insistenti sugli immobili di proprietà di privati che, ignari, si sono trovati a possedere un bene senza poterne disporre in maniera incondizionata – ha spiegato il Sindaco -. Un percorso segnato da cambi di competenza delle funzioni amministrative sulla potestà legislative sugli usi civici e anche all’interno della stessa Regione Sardegna tra Argea e Assessorato regionale all’Agricoltura. Già nel 2018 il Comune volle perseguire questo traguardo con le delibere di annullamento degli usi civici nei piani di zona di Torre Grande e Silì. Un altro procedimento, sempre nel 2018, relativo al trasferimento delle aree di Torre Grande, che coinvolge circa 300 fabbricati nell’area tra la Torre spagnola e il porticciolo, è rimasto inconcluso a causa di un vuoto normativo dello Stato recentemente colmato e che si può concludere oggi. È una delibera importante che riguarda Torre Grande ma può dare via alla soluzione per Oristano e frazioni, riconsegnando agli oristanesi una parte del territorio. Ringrazio gli uffici e gli assessori che dal 2018 hanno lavorato al problema e in particolare l’assessore Cuccu che in questi mesi ha interloquito con la Regione”.
Il Presidente della Commissione Urbanistica Fulvio Deriu ha relazionato sul lavoro dell’organismo consiliare che “si è espresso favorevolmente all’unanimità. È un problema molto sentito, e molte amministrazione hanno tentato di risolverlo, che non ha colpevoli se non quello di un quadro normativo assolutamente incerto. La problematica degli usi civici in Sardegna è diversa da quella degli usi civici nel resto d’Italia. Intanto, qui i proprietari si sono ritrovati senza un titolo legale reso pubblico, titolo che ha trovato inefficacia perché i beni gravati da uso civico, come i beni demaniali, sono inalienabili e inusucapibili. Questo ha determinato che gli atti d’acquisto già all’origine avevano questo deficit. Un primo problema in Sardegna è che i primi decreti non furono trascritti nei pubblici registri. L’altro problema è stato quello della separazione dei poteri del commissario regionale per gli usi civici che prima aveva anche il potere amministrativo oggi ha solo quello giuridico.
“Finalmente si pone fine a una criticità che dura da tanti anni, è un problema che riguarda cittadini ignari del vincolo che gravava sulla loro proprietà – ha detto Efisio Sanna (Oristano più) -. Parliamo di circa 250 proprietà a Torre Grande. Tante amministrazioni si sono spese nel tentativo di risolvere questo problema. La normative nel corso di questi anni è stata schizofrenica, incerta, di dubbia e difficile interpretazione costringendo tanti comuni a rivedere i propri atti sulla base dei cambiamenti. Riconosciamo il valore di beni civici ed è un bene che si parli di trasferimento dell’uso civico”.
“È un problema annoso che riguarda molti comuni della Sardegna – ha detto Paolo Angioi (Prospettiva Aristanis) -. Finalmente possiamo dare soluzione a un problema che in questo momento riguarda Torre Grande ma che in prospettiva interesserà tutta Oristano”.
Sergio Locci (Aristanis) ha ricordato che “nel 2019 erano 160 i comuni sardi che avevano l’esigenza di affrontare la problematica degli usi civici, soprattutto alla luce del cambiamento sociale e di cosa rappresentano oggi gli usi civici, non più un interesse per la collettività ma un vincolo e un freno allo sviluppo. Oggi ripristiniamo il principio del diritto di proprietà a favore di quei cittadini che in questi anni lo hanno visto limitato”.