Il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, è stato arrestato a Milano dalla guardia di finanza nell’ambito di un’inchiesta della procura di Paola, nel Cosentino, per reati societari e bancarotta. La squadra ligure non è coinvolta nelle indagini. Ferrero è stato trasferito nel carcere milanese di San Vittore, mentre per altre 5 persone sono stati disposti i domiciliari.
Ai domiciliari, tra gli altri, ci sono Vanessa e Giorgio Ferrero, rispettivamente figlia e nipote del presidente della Sampdoria. Perquisita anche l’abitazione romana di Ferrero, il quale ha annunciato al club, dopo l’arresto, le dimissioni da presidente. La decisione è stata presa, si legge in una nota, “per tutelare al meglio gli interessi delle altre attività in cui opera, e in particolare isolare anche ogni pretestuosa speculazione di incidenza di un tanto rispetto all’U.C. Sampdoria e al mondo del calcio”.
L’arresto è legato al fallimento di quattro società”. Lo ha confermato il legale, Giuseppina Tenga, che ha ribadito l’estraneità del club ligure nell’inchiesta.
Le società, che operavano nel settore alberghiero, turistico e cinematografico con sede in provincia di Cosenza, sono state dichiarate fallite qualche anno fa.
“Trattato peggio di Totò Riina “Lo stanno trattando peggio di Totò Riina”, ha quindi aggiunto il legale. “Abbiamo fatto istanza alla procura di Paola – ha spiegato la penalista – per chiedere che Ferrero possa essere trasferito a Roma per presenziare alla perquisizione e all’apertura di una cassaforte”. L’imprenditore, infatti, è ancora in una caserma della guardia di finanza a Milano. Non è ancora stato trasferito a San Vittore in quanto i magistrati devono decidere se accogliere o meno la sua istanza di trasferimento nella Capitale.