Madri, mogli, nonne e artigiane. Condotte da oltre cinquemila donne, sono 40 mila le imprese in rosa che in Sardegna operano nel settore dell’ agroalimentare, dei servizi alla persona, di supporto alle imprese e cura del verde ma anche di edilizia, costruzioni, attività manifatturiere e servizi di comunicazione. Nonostante una crisi oramai decennale, è una fetta che vale circa oltre un quarto dell’intero comparto artigianale e che garantisce l’occupazione per 253.141 addetti.
“L’impresa è impresa a prescindere dal fatto che a guidarla sia un uomo o una donna – commenta Maria Amelia Lai, imprenditrice e Presidente di Confartigianato Imprese Sassari – ma i numeri della Sardegna testimoniano l’intraprendenza delle “capitane d’impresa” che hanno deciso di svolgere un mestiere artigiano”.
Confartigianato ha calcolato come il tasso di occupazione delle donne senza figli sia pari al 55,5%, ma scenda al 52,8% per le donne con figli. Addirittura il tasso di occupazione scende al 44,7% per le donne con figli tra i 25 e i 34 anni. Conciliare lavoro e famiglia è, quindi, un grande problema per le imprenditrici artigiane: il 44,3% denuncia difficoltà penalizzanti nel dividersi tra gli impegni lavorativi e la cura della famiglia.
“L’imprenditoria al femminile è forte, dinamica, innovativa – continua la Presidente Lai – ma per una donna portare avanti un’attività non è facile; le imprenditrici sono divise tra responsabilità in azienda e impegni familiari. Per sostenere questi ruoli serve, soprattutto nel contesto odierno, un nuovo equilibrio, un approccio diverso nell’affrontare lavoro e vita personale”.
“Ancora oggi manca la “cassetta degli attrezzi” – riprende la Lai – cioè un sistema che renda sostenibile la vita dell’imprenditrice, dal punto di vista del lavoro, della famiglia, degli affetti. Occorre per questo, da parte delle Istituzioni, sostenere quanto possibile iniziative a favore della conciliazione vita-famiglia-lavoro e del welfare”.
I dati di Confartigianato Sardegna, testimoniano quanto importante sia l’impresa al femminile e conseguentemente quanto essa debba essere tutelata e stimolata.
“Mai come in questo periodo – riprende la Presidente Lai – occorrono interventi che liberino le aziende dai vincoli e dai costi che soffocano le iniziative. Soprattutto, a livello regionale come a livello nazionale, è necessario un welfare che permetta alle imprenditrici di conciliare lavoro e famiglia e di esprimere tutte le loro potenzialità”.
“Sarebbe un fatto positivo se dalla Politica, regionale o nazionale, arrivasse un concreto segnale di attenzione verso “l’altra metà del mondo del lavoro” – puntualizza la Presidente – incentivando provvedimenti già sperimentati in passato e ponendo maggiore attenzione verso le attività gestite da donne”.
“Non abbiamo ancora avuto la possibilità di analizzare la Finanziaria regionale per vedere se all’interno siano stati previsti dei fondi per le imprese rosa, cosa che ci aspettiamo – prosegue– in ogni caso ricordiamo come sia fondamentale sostenere la vocazione imprenditoriale delle donne diffondendo una nuova cultura d’impresa, fornendo maggiori tutele, nuovi modelli organizzativi imprenditoriali e un adeguato work life balance”.
La Presidente di Confartigianato Sassari, infine, conclude con un auspicio: “Se ci fossero le condizioni, il sostegno economico e tasse più basse, ogni imprenditrice sarebbe nelle condizioni di assumere un’altra donna. In questa maniera avremmo quasi superato il problema della disoccupazione femminile. I politici devono pensare anche a questo”.