Artigiani 4.0, la Sardegna è un terreno fertile

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Software, reti intelligenti, elaborano dati, cyber- sicurezza,consulenze digitali, realizzano portali web, sviluppano app, hosting e commerciano on line. E’ questo il panorama offerto dalle 1557 imprese artigiane 4.0. dove migliaia di persone vengono impiegate ed apprezzate anche a livello internazionale.
Nell’Isola le aziende registrate a luglio 2018 sono state 2.798, cresciute del 2,9% negli ultimi 3 anni e dell’1,3% negli ultimi 12 mesi confermando quanto la nostra regione sia una terra fertile per lo sviluppo delle attività connesse al web e allo sviluppo della manifattura digitale.
“La progressiva digitalizzazione dell’economia italiana e sarda – commenta Fabio Mereu, VicePresidente Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna e artigiano digitale – rafforzata dagli investimenti e incentivi sull’Impresa 4.0, ha creato numerose opportunità di crescita per un settore, come quelle delle imprese digitali, che per tanto tempo non era riuscito a emergere. Le quasi 3mila imprese digitali sardi sono un segnale incoraggiante”
Quanto l’isola digitale sia positivamente “attenzionata” anche a livello mondiale lo dimostrano le parole di Yordie Mebrahtu, CEO di Synergy UX, presente pochi giorni fa a Cagliari a “Sinnova”: “La Sardegna è un terreno fertile per l’innovazione. Un’isola che ospita alcune delle menti più brillanti che stanno costruendo aziende che risolvono problemi del mondo reale. Un ecosistema fatto di imprenditori, liberi pensatori e ribelli”.
Lo sviluppo di questo settore, in ogni caso, è dato anche dalla performance delle aziende italiane che commerciano con l’estero attraverso l’e-commerce, nonostante siano ancora piuttosto indietro rispetto al resto d’Europa.
Secondo i dati elaborati dal Centro Studi di Confartigianato, le imprese italiane che vendono online sono l’8,2% contro la media europea del 17,8% con Paesi come l’Irlanda che arrivano a toccare il 30% (dati 2017). Dietro di noi solo Lussemburgo (8,1), Romania (8) e Bulgaria (7,3). A fare da traino, comunque insufficiente, sono le aziende che vendono online servizi legati al turismo, come gli alloggi e i trasporti, mentre manifattura e costruzioni rappresentano un fanalino di coda.
“Un mercato, dunque, quello dell’e-commerce – riprende Mereu – che per e Pmi è tutto da costruire, con ampi margini di crescita. Certamente sono ancora assolutamente necessari gli incentivi previsti da Impresa 4.0, operazione che sta iniziando a dare i primi frutti. A livello italiano nei primi 8 mesi del 2018 il valore delle vendite di commercio elettronico ha registrato un importante +11,8%”.
Se molte aziende, quindi, sono pronte a cavalcare l’onda della digitalizzazione, il passaggio dal “tradizionale” al “on line” è sempre traumatico tra burocrazia e scarsa conoscenza di mezzi diversi rispetto a quelli tradizionalmente utilizzati.
“Quello della digitalizzazione delle imprese è un percorso ancora lento soprattutto per le realtà che negli anni hanno costruito solide reti commerciali “tradizionali” – rimarca il VicePresidente di Confartigianato Sardegna – anche se sono sempre più quelle che
investono per affacciarsi sul nuovo mercato per i propri scambi. “La trasformazione va gestitasoprattutto durante il passaggio generazionale. Rimandare questo “salto” può significare restare fuori da opportunità di crescita”.

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