Asp Trapani, AMSI e UME: in servizio i primi sei medici specialisti di origine straniera

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Comunicato stampa:

Arrivano i rinforzi stranieri all’Asp di Agrigento: hanno preso servizio i primi sei medici italo-argentini, assunti grazie a un avviso aperto attraverso il quale l’azienda conta di arruolare un centinaio di professionisti. I professionisti, sono stati ricevuti nella Cittadella della salute dal commissario straordinario Mario Zappia per la formale sottoscrizione dei contratti.Si tratta, nel dettaglio, di un cardiologo – Guido Alfredo D’Amico -, due pediatri: Agustina Zavaleta e Sandra Veronica Cagnasia; due medici di medicina generale e di famiglia; Marcello Zabal e Matias Vidal e una pneumologa: Cecilia Campos. “E’ il primo contingente di medici stranieri che assumiamo – ha commentato il commissario Zappia – grazie alla pubblicazione di un avviso aperto attraverso il quale contiamo di reclutare circa un centinaio di professionisti. Forse quella odierna è una data storica che segna una svolta significativa nel superare il problema di reperire nuovi medici e ciò nonostante gli innumerevoli bandi di concorso pubblicati, spesso purtroppo andati deserti per mancanza di sanitari, l’indizione di ‘avvisi aperti’ ai quali si può aderire ogni giorno, senza scadenza, il ricorso ai medici specializzandi, il ‘richiamo’ dei medici in quiescenza, l’attivazione di convenzioni/protocolli d’intesa e la ricerca di condivisione di graduatorie con altre aziende”. Zappia aggiunge: “Ringrazio la fattiva collaborazione di molti sindaci della provincia che si sono e si stanno prodigando per facilitare i processi anche per l’acquisizione anagrafica delle residenze e la ricerca di abitazioni idonee a ospitare il personale medico”.

Arriva subito il commento e l’apprezzamento dell’associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) ,l’Unione medica euro mediterranea (UMEM) ed il movimento internazionale interprofessionale Uniti per Unire che hanno sostenuto l’iniziativa coraggiosa del Commissario Zappia con partnership costruttiva per offrire servizi ai siciliani e non chiudere dipartimenti ,pronto soccorso ed ospedali come e’ successo nel resto dell’Italia .

“Ringraziamo il Commissario Zappia ,la Regione Sicilia e tutti i sindaci siciliani per questa apertura storica .La Regione Sicilia contemporaneamente accoglie rifugiati ma anche professionisti di alta professionalità speriamo che la questione dell’abitazione è risolta ,bisogna imparare molto bene la lingua italiana ,le leggi italiane per evitare strumentalizzazioni e pregiudizi. Se è vero che negli ultimi sei mesi è aumentata del 40% la richiesta da parte di medici specialisti ,giovani ed esperti e di infermieri italiani di andare all’estero (soprattutto nei paesi arabi in Svizzera, Francia e Inghilterra), è altrettanto appurata la crescita del 30% dell’arrivo di sanitari stranieri dal 2020. E meno male, sottolinea l’Associazione medici stranieri in Italia (Amsi), perché se gli immigrati per anni hanno frenato il crollo demografico, camici bianchi e infermieri stranieri da gennaio al 30 settembre hanno evitato la chiusura di 750 tra reparti (in maggioranza Pronto Soccorso ma anche Radiologie e Chirurgie ) in ospedali pubblici e cliniche private, poliambulatori, studi di medici di famiglia e pediatri di libera scelta, laboratori analisi, centri di fisioterapia. La Maggioranza in Lombardia(130) ,Veneto (si sono salvati 100 dei servizi ),Sicilia(75) ,Emilia Romana(60) ,Sardegna(60) ,Calabria ,Lazio ,Toscana ,Trento ,Puglia. I medici sono argentini ,cubani ,venezuelani, palestinesi, libanesi, siriani, giordani, israeliani, marocchini ,tunisini ,somali e sud americani in generale. Gli infermieri arrivano da India ,Filippine, Perù, Moldavia, Romania, Polonia, Bulgaria e Albania, e paesi arabi. Cosi Dichiara il Prof.Foad Aodi Presidente dell’AMSI ,UMEM ,Membro della Commissione Salute Globale Fnomceo e Docente a contratto all’Università Tor Vergata che ribadisce il nostro impegno a favore di tutti i professionisti della sanità italiani e di origine straniera proponendo sempre soluzioni a 360 gradi per evitare il crollo del SSN e la fuga all’estero.

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