Una ricorrenza di Sant’Efisio diversa, che quest’anno non è stata una festa. In un clima di mestizia ma di grande raccoglimento per i credenti, si è svolto oggi lo scioglimento del voto n. 364.
Dal 1656, anno in cui l’amministrazione della città di Cagliari si affidò al santo perchè sconfiggesse la terribile pestilenza che aveva colpito la città e l’intera isola, la secolare tradizione prevede sia fatta la processione fino a Nora, luogo del martirio del Santo e che vi siano festeggiamenti in suo onore.
La festa di Sant’Efisio di oggi – vista la severa pandemia che affligge il mondo e la Sardegna – si è svolta con modalità diverse e del tutto nuove, che hanno stravolto le tradizioni secolari che da sempre l’accompagnano.
La statua di Efisio, martire cristiano sotto Diocleziano, è giunto a Nora in forma privata a bordo di un pick-up della Croce Rossa; niente sfarzo di colori, ad iniziare dall’abito dimesso della statua, listata a lutto con polsini neri e niente contorno con sfilate di costumi, traccas, miliziani e guardiania.
Nella chiesetta romanica sulla spiaggia, si è celebrata la funzione religiosa, alla sola presenza dell’officiante Monsignor Baturi Arcivescovo di Cagliari, dell’Alter Nos, del Presidente dell’Arciconfraternita e di pochissime altre autorità civili ed ecclesiastiche.
Programma diverso dal solito ed un contorno strano: strade deserte e cittadinanza forzatamente assente al passaggio del Santo, mentre normalmente, questo del primo maggio – oltre che cerimonia dai connotati principalmente religiosi e spirituali – era divenuto nel corso degli anni, l’appuntamento di lancio della stagione estiva, con un massiccio arrivo dei turisti attratti da un evento, cresciuto pian piano come imperdibile ed ulteriore attrazione storico-culturale dell’isola.
Quello che è il ricco programma della festa, che va dal primo maggio con l’uscita del simulacro dalla chiesetta di Stampace, fino al 4 maggio giorno del rientro, tutto si è svolto in un solo giorno, precisamente in 4 ore di tempo: Sant’Efisio ed il brevissimo corteo di auto al seguito, con la scorta motorizzata delle forze dell’ordine, ha lasciato Stampace alle 9,21 in punto con il suono delle sirene delle navi ed esattamente alle 13,21 ha varcato, di ritorno il portone della sua chiesa, al suono delle campane.
Tutto qui il Sant’Efiso 2020, che passerà alla storia perchè ben poche altre volte era accaduto che i riti della festa non venissero in qualche modo rispettati: era accaduto nel lontano 1794 quando fu, per ragioni di ordine pubblico, festeggiato il primo giugno e non il primo maggio, negli anni 1917-1918 in cui la guerra fece si che seppure in presenza di processione non vi fossero festeggiamenti ed il 1943 anno in cui tra le macerie della città martoriata dalle bombe, la statua del santo su un camioncino del latte seguita da pochi fedeli, raggiunse Nora.
Niente festa e pubblico, con pochissimi fedeli lungo il tragitto della SS.195 che lanciavano petali di fiori, tutto tristemente vuoto e silenzioso, anche se la partecipazione all’evento è stata massiccia e seguitissima da casa, per la regia dell’emittente Videolina che dell’intero evento, ha trasmesso le immagini in diretta, in streaming e sulle piattaforme social.
Grazie a queste, il clima di raccoglimento e di grande devozione sono stati in qualche modo permessi e salvaguardati, fino all’atto formale della proclamazione dello scioglimento del voto, atto finale e fondamentale del rito, pronunciato non senza emozione dal Presidente dell’Arciconfraternita Giancarlo Sanna.
L’augurio per tutti è di poter – negli anni a venire – conoscere edizioni serene e più gioiose di Sant’Efisio … Atrus annus mellus.
Alberto Porcu Zanda