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Donald Trump è stato vittima di un attentato durante un comizio a Butler, Pennsylvania. L’ex presidente è stato colpito di striscio all’orecchio destro da un proiettile sparato da un uomo armato di fucile semiautomatico1. Fortunatamente, le sue condizioni non destano preoccupazione e Trump ha rassicurato i presenti alzando il pugno al cielo1.
L’attentatore, identificato come Thomas Matthew Crooks, è stato ucciso da un cecchino del Secret Service2. Purtroppo, un altro spettatore è morto e due persone sono rimaste ferite3.
Questo evento ha sollevato molte preoccupazioni sulla sicurezza e potrebbe avere un impatto significativo sulla corsa alla Casa Bianca4.
L’attentato a Trump mostra tantissime falle nella sicurezza. Come è possibile che Thomas Matthew Crooks, questo il nome dell’attentatore ucciso da un cecchino del Secret Service subito dopo aver sparato, abbia agito indisturbato?
Il ventenne era 150 metri dal tycoon e strisciava sul tetto di un palazzo anche in modo maldestro, tanto da essere visto da di versi testimoni. Tutto questo, per ora, rimane un mistero.
La violenza politica negli Usa ha colpito varie volte l’inquilino della Casa Bianca prima di Donald Trump. Quattro dei 46 presidenti americani sono stati assassinati: il primo fu Abramo Lincoln nel 1865, poi toccò a James Garfield nel 1881, seguito da William McKinley nel 1901. Ma quello che ha scosso di più l’America è stato sicuramente l’uccisione di John Kennedy il 22 novembre del 1963, mentre attraversava con il corteo presidenziale Dealey Plaza a Dallas, in Texas. Un delitto che spense le speranze di un mondo diverso diventando un «mistero infinito», l’assassinio più indagato del secolo, ancora avvolto da numerose teorie complottistiche in contrasto con la conclusione ufficiale che ad uccidere il 35esimo presidente degli Stati Uniti fu solo Lee Harvey Oswald. Neppure la recente desecretazione di quasi tutti gli atti ha dissolto completamente i dubbi.
