Berchidda, è già Time in Jazz. Ieri la presentazione della XXXVI edizione.

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Sarà ancora una volta denso di eventi e variegato di proposte non solo musicali l’appuntamento della prossima estate con Time in Jazz. Alla sua trentaseiesima edizione, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu si snoderà come sempre tra la sua Berchidda (Ss) e gli altri centri del nord Sardegna dove farà tappa con la sua carovana di concerti, trovando ogni volta scenari differenti, tra borghi, paesaggi campestri e scorci mariniArzachenaBanariBortigiadasBuddusòBudoniCheremuleLoiri Porto San PaoloLuogosantoMoresOschiriPorto RotondoPuntaldiaSan TeodoroTempio Pausania e Tula.
Time in Jazz si presenta quest’anno nel segno di Futura, titolo e spunto presi in prestito dall’omonima canzone di Lucio Dalla, con l’idea di abbracciare idealmente diverse età; perché, spiega Paolo Fresu nelle sue note di presentazione (citando un verso del grande cantautore bolognese: “Chissà domani su che cosa metteremo le mani e se si potrà contare ancora le onde del mare”), «Futura è un progetto d’amore sognato con la complicità di un muro innalzato da due superpotenze che, nonostante tutto, non cancellano quel bisogno di emozione e di pathos nonché di condivisione che alimenta le nostre vite. Un bisogno che permea e attraversa le differenti generazioni alle quali vogliamo dedicare il tema di questa edizione, la numero trentasei, di Time in Jazz. Lo facciamo utilizzando lo strumento che meglio conosciamo: la musica che, da sempre, è la portavoce delle istanze e dei bisogni giovanili nonché la voce narrante delle loro speranze. Futura è visione e coraggio. Quello del poter affrontare un presente complesso che mai avremmo immaginato di dover vivere e che va condiviso nel crossover generazionale e con quell’apertura che è del jazz in quanto musica meticcia e attuale».
Incrocio di generazioni e di generi musicali diversi, jazz ma non solo: saggi emblematici di questa idea di crossover, i GuerzonCellos, duo bolognese composto da Enrico e Tiziano Guerzoni, padre e figlio, che suonano il violoncello in modo eclettico e originale; e poi “popOFF!”, il progetto (già consegnato alle tracce dell’omonimo album) con cui Paolo Fresu e la cantante Cristina Zavalloni rendono omaggio in chiave jazz alle canzoni dello Zecchino d’oro; nella stessa chiave di incrocio fra diverse generazioni spicca il duo del sassofonista Roberto Ottaviano (classe 1957) con il ventinovenne chitarrista inglese Rob Luft, come anche il quintetto che riunisce quattro giovani musicisti intorno alla batteria di un autentico senatore del jazz italiano, Gianni Cazzola (classe 1938): una delle tante dimostrazioni di come questa musica non conosca limiti di tempo e di età, praticando da sempre quello scambio tra generazioni che ne costituisce la linfa vitale.
Il termine crossover calza bene anche a un altro specialista di piatti e tamburi, Tullio De Piscopo (classe 1946), batterista che ha incrociato nel corso della sua lunga e variegata carriera artisti del calibro di Pino Daniele, Astor Piazzolla, Chet Baker, Max Roach, Gerry Mulligan, tra i tanti: “Dal blues al jazz con… andamento lento”, come recita il titolo del suo concerto che l’8 agosto a Puntaldia farà da ouverture alla nove giorni di Time in Jazz.
Altri incroci sono quelli fra stili e generi musicali che proporranno altri protagonisti del festival: Il pianista Francesco Cavestri col suo progetto di incontro fra il jazz e l’hip-hop; i Colle der Fomento, tra i gruppi rap italiani più influenti, che con Kaos & Dj Craim e il quartetto romano La Batteria daranno vita a “Good Old Boys Grand Orchestra”; Giovanni Iacovella con la sua performance audiovisiva; il quartetto d’archi Alborada con Dj CrisDhafer Youssef con il suo oud tra Oriente e Occidente; i Savana Funk con il rapper e cantautore Willie Peyote.
Diverse protagoniste femminili, anche quest’anno, nel cast del festival: Malika Ayane, al centro di uno degli appuntamenti immancabili di ogni edizione: l’omaggio a Fabrizio De André a L’Agnata; la cantante Serena Brancale; la pianista Sade Mangiaracina con un tributo a Lucio Dalla; la cantautrice e pianista Carolina Bubbico alla testa di un trio tutto al femminile.
Ma è davvero un cartellone fitto di nomi e di proposte quello del trentaseiesimo Time in Jazz: il flautista Nicola Stilo, il chitarrista norvegese Eivind Aarset, il gruppo Guano Padano, il trio Melodrum, il fisarmonicista francese Vincent Peirani, il gruppo africano (del Burkina Faso) Farafina, la Rusty Brass Band, l’organettista sardo Pierpaolo Vacca, il bandoneonista Daniele di Bonaventura; e poi gli ospiti degli appuntamenti dopoconcerto curati dal musicista berchiddese Nanni Gaias col suo trio: il beatboxer Alien Dee, il rapper sassarese Don Malo, il cantante e chitarrista emiliano Stefano Barigazzi; e ancora i protagonisti del FestivalBar, la vetrina di formazioni e solisti ospitata dai bar berchiddesi: TribalNeedFederico FenuGabriele Pollina, il duo Sprigu di Andrea Sanna e Marco Coa.
Tanta musica, jazz e non solo, dunque, ma anche mostre, presentazioni di libri e incontri con gli autori (tra gli ospiti la scrittrice Barbara Baraldi e Paolo Crepet), iniziative di promozione e sensibilizzazione ambientale, le attività per i bambini dell’ormai consueto spazio di Time to Children, e altro ancora, saranno una volta di più gli elementi del ricco mosaico di proposte del festival.
 

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