Claudio Foti, lo psicoterapeuta titolare del noto studio di cura torinese “Hansel&Gretel”, è stato condannato a quattro anni nel rito abbreviato per la vicenda dei presunti affidi illeciti di Bibbiano e della Val d’Enza. Assolta l’assistente sociale Beatrice Benati, l’unica altra imputata ad aver scelto il rito abbreviato, perché il fatto non sussiste. Il Gup di Reggio Emilia ha poi rinviato a giudizio 17 persone, tra cui il sindaco Pd di Bibbiano Andrea Carletti: andrà a processo per abuso d’ufficio, ma è stato prosciolto dalle accuse di falso. La prima udienza è stata fissata per il 23 giugno 2022. Cinque persone prosciolte.
Il processo “Angeli e Demoni” è nato dopo l’inchiesta sul presunto sistema di affidi illeciti di minori nella val d’Enza reggiana. “Ho fiducia che in Appello possa essere rivista questa condanna. Penso di essermi comportato correttamente in scienza e coscienza. Rifarei tutto ciò che ho fatto”, ha commentato Foti dopo la sentenza. “Ho dedicato 40 anni della mia vita all’ascolto attento e rispettoso di bambini e di ragazzi. Ritengo ingiusta questa condanna. Abbiamo consegnato 15 videoregistrazioni delle sedute di psicoterapia e non sono state esaminate col minimo di attenzione. Chiunque può verificare un atteggiamento da me tenuto, opposto a quello che ha portato a condannarmi per lesioni. Credo sia stata criminalizzata la psicoterapia del trauma”, ha aggiunto. Per lui la Procura aveva chiesto sei anni di condanna per le accuse di abuso d’ufficio, frode processuale e lesioni gravissime (ipotesi di reato formulata per la presunta alterazione psichica di una paziente). Il giudice ha invece deciso di condannarlo a 4 anni e lo ha assolto con la formula “perché il fatto non costituisce reato” dall’ipotesi di frode processuale. Il gup ha condannato lo psicoterapeuta anche al risarcimento danni alle parti civili, tra cui Unione Val d’Enza, Ausl di Reggio Emilia, Regione Emilia-Romagna, ministero della Giustizia e associazione Gens Nova, oltre che i genitori di quattro minorenni.