Dopo due giorni di incertezza a seguito della tragedia aerea avvenuta in Etiopia, l’Easa, l’Agenzia per la sicurezza del trasporto aereo dell’Unione europea, sospende tutti i voli del Boeing 737-8 MAX e 737-9 MAX in Europa a partire dalle tarda serata di oggi.
Si tratta di una misura precauzionale, in attesa di accertamenti, indagini e risposte certe sulle reali cause che hanno provocato il gravissimo inicidente aereo che ha provocato la morte di tutte le 157 persone a bordo.
Identica decisione è stata presa in Italia dall’Enac che ha disposto la chiusura dello spazio aereo italiano a tutti i voli commerciali operati con il 737-8 Max; stessa cosa era stata decisa poche ore prima, individualmente anche da Francia, Germania, Regno Unito, dopo lo stop già deciso da Australia, Etiopia, Cina, Indonesia e Cayman, Argentina, Corea del Sud, Oman e Malaysia.
Moltissime le compagnie proprietarie di velivoli Boeing 737-8 Max che avevano già da ieri deciso di non far decollare i 737-8 Max: la Lion Air, proprietaria del 737-8 Max precipitato pochi minuti dopo il decollo il 29 ottobre scorso, che aveva causato la morte delle 189 persone a bordo, ha sospeso i voli dei suoi 10 velivoli 737-8 Max; in Europa la Norwegian Air Shuttle, compagnia privata low-cost, ha sospeso i voli dei suoi 18 modelli di 737-8 Max; la compagnia Tuifly ha annunciato che lascerà a terra i suoi 15 737-8 Max.
L’Italia è direttamente interessata al problema perchè la compagnia Air Italy ha in linea di volo 3 apparecchi 737-8 Max e ne ha in ordine altri 17 in arrivo entro il 2022.
La Boeing ha diramato una nota nella quale annuncia di aver programmato l’aggiornamento del software in uso sui 737-8 Max: tutta l’intera flotta dei 737-8 Max sarà posta a revisione e controllo con riguardo allo specifico software di volo che deve essere upgradato.
L’Easa da parte sua, ha posto a disposizione la propria assistenza nelle investigazioni legate all’incidente avvenuto 2 giorni fa e “continua ad analizzare i dati tecnici mano a mano che questi vengono messi a disposizione. Le indagini sono tuttora in corso ed è troppo presto per tirare ogni tipo di conclusioni sulle cause dell’incidente”.
Le cause dell’incidente sono tutte da scoprire e ci si chiede quali possano essere state il problema e le ragioni che abbiamo provocato il disastro; per ora si parla di ipotesi, comunque qualche dato è agli atti dell’inchiesta: è stata segnalata una velocità verticale instabile subito dopo il decollo e probabilmente – secondo il sito Flighradar24, che ha un monitoraggio di tutti i voli del globo – il 737-8 Max volava ad una quota più bassa del previsto e con una velocità più lenta di quanto avrebbe dovuto, quindi senza la spinta e la portanza minima necessaria per volare.
L’aereo si è schiantato 5-6 minuti dopo il decollo a circa 62 chilometri da Addis Abeba e da come sono stati trovati i resti sparsi e molto spezzettati, tutto fa supporre che il velivolo sia precipitato di punta, in picchiata ed a grande velocità.
Viene ipotizzato un problema al software di volo che potrebbe aver inviato dati anomali che avrebbero portato allo stallo del velivolo che l’equipaggio avrebbe tentato di correggere manualmente senza riuscirci, perché il computer aveva escluso l’intervento umano. Peraltro, alcune testimonianze paiono sconfessare questa ipotesi, poichè vi sarebbe qualcuno che avrebbe visto l’aereo fare fumo e perdere detriti.
Di certo ci sono analogie con un altro incidente aereo che aveva coinvolto un aereo gemello – sempre un Boeing 737-8 Max – della compagnia Lion Air: seppure i dati definitivi dell’inchiesta su quel disastro non siano stati ancora resi pubblici, il primo rapporto parla del fatto che i piloti in quel caso, avessero faticato a controllare l’assetto di volo e la velocità di crociera nella fase immediatamnete successiva al decollo, come per il volo caduto in Etiopia.
Una inchiesta pubblicata di recente dal New York Times, parla del caso, ipotizzando che il problema potrebbe essere il software introdotto nei sistemi di controllo volo del nuovo 737-8 Max. Servirebbe a bilanciare il rischio di stallo, cioè la mancanza della spinta dell’aria sotto le ali: se i sensori non rilevano la misura dell’aria o la rilevano in maniera anomala, il bilanciamento del velivolo non è regolare ed il software per errore può, per evitare lo stallo imporre al velivolo di abbassare il muso in maniera sbagliata.
Alberto Porcu Zanda