Bologna. Due infermieri e un operatore socio sanitario dell’Ausl di Bologna – due uomini e una donna – dopo un’inchiesta interna di cinque mesi volta a verificare un’accusa pesante: dormivano di notte mentre erano di guardia in un reparto di Medicina dell’Ospedale Maggiore di Bologna. Dal 1 giugno 2019 non lavorano più all’ospedale Maggiore. Licenziati. Il procedimento disciplinare è stato aperto grazie a una segnalazione di alcuni dipendenti.
I fatti che hanno portato al licenziamento
La notte fra il 14 e il 15 gennaio, un anziano paziente suona il campanello, nel reparto di medicina dell’ospedale Maggiore. Ha bisogno di andare in bagno ma non arriva nessuno. Passano i minuti e decide di telefonare al centralino dell’ospedale. L’operatore che alza la cornetta dirotta la telefonata al pronto soccorso: Qui non c’è nessuno
, si sentono dire i colleghi del reparto d’emergenza. Preoccupati, si chiedono cosa fosse successo in reparto e decidono di andare a controllare.
«Ho avuto paura che si fossero sentiti male tutti e tre», dichiara a verbale uno dei dipendenti intervenuti. Invece la scoperta è stata ben diversa: in una stanza adibita a magazzino per il personale, due infermieri e un oss dormivano durante il turno di guardia. Anche altri pazienti, avevano chiesto assistenza. Invano.
L’inchiesta interna è partita subito. Vengono sentiti medici, infermieri, pazienti. I racconti coincidono tutti, quella notte era difficile chiedere assistenza in reparto. I diretti interessati – che hanno fra i 30 e i 40 anni – vengono sentiti e si difendono. Dicono che non stavano dormendo, in quella stanza, ma seguivano le notizie al cellulare. Si stavano, insomma, riposando. Questa giustificazione non ha alleggerito la loro posizione.