In attesa del via libera definitivo alle misure della legge di Bilancio, che entreranno in vigore dal prossimo anno, un primo assaggio arriverà prima di Natale con il bonus 100 euro. Ecco cosa c’è da sapere sul contributo che vale 100 euro netti in busta paga.
I requisiti
La misura è riservata ai lavoratori dipendenti, quindi sono esclusi gli autonomi e le partite Iva. Due i requisiti fondamentali: avere almeno un figlio a carico e avere un reddito fino a 28 mila euro.
Come fare domanda
Per ricevere il bonus è necessaria una specifica richiesta del lavoratore al datore di lavoro in cui attesta di averne diritto indicando dei figli a carico. I lavoratori del settore pubblico possono presentare la domanda nell’area personale sul portale NoiPa, entro venerdì 22 novembre alle 12.
Deve essere dunque il lavoratore a tenere conto del reddito complessivo. In caso gli fosse stato erogato e non spettasse, deve restituirlo in sede di dichiarazione fiscale (730 o dichiarazione dei redditi). Nel caso in cui invece ne avesse diritto e non gli fosse stato erogato potrà richiederlo sempre in sede di dichiarazione fiscale
Figli a carico, le condizioni
Per esser “a carico” il reddito limite è di 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili. Un limite che per i figli entro 24 anni sale a 4mila euro. Quanto al limite di 28mila euro di reddito complessivo, questo si calcola al netto dell’abitazione principale, considerando il cosiddetto reddito di riferimento, computando la quota esente dei redditi agevolati nonché quelli soggetti a imposta sostitutiva. Si tiene conto anche dei redditi assoggettati a cedolare secca, dei redditi assoggettati a imposta sostitutiva in applicazione del regime forfetario, della quota di agevolazione ACE e delle mance.
Giorni e part-time
Il bonus è parametrato ai giorni di lavoro nel 2024: va considerato il numero dei giorni compresi nel periodo di durata del rapporto di lavoro per i quali il lavoratore ha diritto alle detrazioni per lavoro dipendente. Ci rientrano le festività, i riposi settimanali e gli altri giorni non lavorativi e vanno sottratti i giorni per i quali non spetta alcun reddito. In caso di contratto a tempo parziale, il bonus non va riproporzionato.
La Repubblica