Bozza del Piano Pandemico 2021-2023: in situazione di crisi, cure a chi trae più beneficio

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Gli operatori sanitari sono “sempre obbligati, anche durante la crisi, a fornire le cure migliori, più appropriate, ragionevolmente possibili. Tuttavia, quando la scarsità rende le risorse insufficienti rispetto alle necessità, i principi di etica possono consentire di allocare risorse scarse in modo da fornire trattamenti necessari preferenzialmente a quei pazienti che hanno maggiori probabilità di trarne beneficio”. Lo si legge nella bozza del Piano pandemico 2021-23, che affronta anche la questione degli aspetti etici legati alla minaccia pandemica.

 “E’ solo una bozza informale condivisa con i soggetti interessati e destinata a raccogliere indicazioni e modifiche”, sottolineano fonti del Ministero della Salute.

“Presentato il Piano Pandemico nazionale. Dice: “Se ci sono poche risorse, bisogna scegliere chi curare.” Ho una idea più semplice. Se ci sono poche risorse, prendiamo il MES. Ci vuole tanto a capirlo?”. Lo scrive su facebook il leader di Iv Matteo Renzi.

 Il riferimento all’aspetto etico che ha subito accesso la discussione. “E’ solo una bozza informale condivisa con i soggetti interessati e destinata a raccogliere indicazioni e modifiche”, si apprende da fonti del Ministero della Salute.

In 140 pagine, la bozza indica però, innanzitutto, le strategie operative da mettere in campo: garantire mascherine e Dispositivi di protezione, effettuare esercitazioni ma anche elaborare la catena di comando (chi fa che cosa) e provvedere a piattaforme “per il rapido sviluppo di farmaci antivirali antiinfluenzali e vaccini pandemici contro virus influenzali aviari che si dimostrino in grado di passare all’uomo”. Ed ancora, si prevedono misure di prevenzione e controllo, nonché le azioni di monitoraggio dell’attuazione del piano stesso. Cruciale, si indica, è pure garantire la disponibilità di forniture annuali di vaccino contro l’influenza stagionale da fonti nazionali o internazionali e disporre e mantenere una riserva nazionale/regionale di farmaci antivirali durante la fase inter-pandemica definendo le modalità di accesso alle riserve. Riferendosi quindi ai Piani regionali, nella bozza si sottolinea che questi “devono essere attuati dopo 120 giorni dall’approvazione del Piano nazionale e ogni anno va redatto lo stato di attuazione”. Spazio nel Piano anche al ruolo della corretta comunicazione, considerata fondamentale contro le fake news. Inoltre, “e ciò vale per la preparazione nei confronti di tutti gli eventi pandemici – avverte il ministero – occorre una formazione continua degli operatori sanitari finalizzata al controllo delle infezioni respiratorie e non solo”. Insomma, il Covid, purtroppo, insegna e suggerisce la strategia futura: la pandemia SARS-CoV-2/COVID-19, afferma il documento, “conferma l’imprevedibilità di tali fenomeni e che bisogna essere il più preparati possibile ad attuare tutte le misure per contenerli sul piano locale, nazionale e globale”. Per questo è necessario disporre di “sistemi di preparazione che si basino su alcuni elementi comuni rispetto ai quali garantire la presenza diffusamente nel paese ed altri più flessibili da modellare in funzione della specificità del patogeno che possa emergere”.

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