“Siamo i lavoratori e le lavoratrici di Brico Center Italia”. Comincia cosi il volantino diffuso oggi dai rappresentanti dell’Unione Sindacale di Base fra i clienti del centro commerciale “Marconi” di Pirri.
Alla base di tutto, c’è il piano di riorganizzazione della casa madre francese che prevede la chiusura definitiva del punto vendita collocato nella frazione cagliaritana. Una scelta che mette 19 lavoratori di fronte a una scelta: accettare l’esodo incentivato (si parla di un importo inferiore a stipendi) o il trasferimento verso altre sedi extra regionali.
“Brico – si legge nel documento – non chiude per mancanza di produttività, non chiude per mancanza di profitto. Chiude per ristrutturazione del centro commerciale che ospita l’attività. L’azienda non convoca il nostro sindacato. Non ritiene necessario rispettare il nostro diritto a essere rappresentati da chi vogliamo”.
Monica Sulis, rappresentante sindacale USB, aggiunge:”Abbiamo un età compresa fra i 40 e i 53 anni, con un’anzianità di servizio compresa fra gli undici e i venticinque anni. Giovedì l’azienda, dal giorno al domani, ci ha comunicato che ci avrebbe buttato fuori in mezzo alla strada non avendo trovato un accordo con la proprietà del centro commerciale a seguito dei lavori di ristrutturazione della struttura. Ci hanno proposto un incentivo all’esodo oppure un trasferimento che non ci porterà da nessuna parte con figli e mutui accesi.”
Siamo qui – prosegue la rappresenta sindacale- a denunciare la nostra situazione dove per l’ennesima volta la grande distribuzione fa la padrona licenziando senza un motivo reale lavoratori assunti con sgravi e agevolazioni. Il momento di crisi c’è, non si puo negare ma le vendite ci sono. La chiusura è solo causa di politiche aziendali”.