Brunetta Cnel: Il sistema delle pensioni sta per collassare, colpa degli statali

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Il sistema delle pensioni in Italia è destinato a collassare in meno di 10 anni. A sostenerlo, non sono soltanto gli esperti di economia e finanza pubblica, come il presidente del Cnel Renato Brunetta, ma anche l’Inps

Secondo Brunetta, “il collasso dell’assetto pensionistico è verosimile” perché gravato dall’erogazione per decenni di assegni non sostenuti da adeguato gettito contributivo. E qui il riferimento è quello al sistema di calcolo retributivo delle pensioni che concedeva rendite calcolate, non tanto sugli effettivi contributi versati, quanto sulla media delle ultime retribuzioni in carriera. Il tutto accompagnato da un’età pensionabile fra le più basse d’Europa e dell’Ocse. Soldi elargiti dall’Inps, ma soprattutto dall’ex Indap che per non fallire è stato assorbito dall’Inps durante il governo Monti nel 2012.

Prima di allora il bilancio dell’Inps era in piena salute (6,5 miliardi di disavanzo primario). Va da sé che il buco dell’Inps non deriva dalla gestione delle finanze del settore privato, ma da quelle pubbliche, cioè quelle gestite dall’ex Inpdap.

La vera zavorra del sistema pensionistico italiano sta tutta lì, perché dal sistema di calcolo retributivo hanno tratto maggiore vantaggio i dipendenti pubblici, delle forze armate e di pubblica sicurezza, piuttosto che dai lavoratori del settore privato. Da qui l’allargamento nel tempo della forbice fra entrate e uscite che portano oggi l’Inps verso il collasso finanziario con i governi in corsa a tagliare le pensioni di anno in anno.

Inutile farsi illusioni. Nessuno ne parla, ma l’ondata dei baby boomer che presto graveranno sul sistema pensionistico non potranno che aggravare la situazione. Anche perché oggi come oggi – come disse più volte l’ex presidente Inps Pasquale Tridico – è impossibile garantire a lungo il pagamento di 270 miliardi di euro all’anno di sole pensioni con poco più di 20 milioni di lavoratori attivi nel nostro Paese. Sono più i soldi che escono di quelli che entrano. E’ evidente e il buco non può che allargarsi.

Il bilancio Inps scricchiola

I segnali sono evidenti e tangibili e la politica non ne parla, ma è già allarme rosso a Roma. Il bilancio di pressione Inps per il 2024 è negativo per 9,25 miliardi di euro, secondo l’ultimo documento finanziario approvato dal Consiglio d’Indirizzo e Vigilanza dell’Istituto (Civ). Non solo. Il Def (documento di economia e finanza) recentemente approvato dal governo Meloni evidenzia la necessità di stanziare nella prossima manovra di bilancio 2025 altri 18 miliardi di euro per pagare le pensioni in essere.

Escludendo il peso dei lavoratori pubblici, la realtà contabile sarebbe ben diversa. Senza fare i sofisticati distinguo tra prestazioni assicurative e assistenziali – sottolinea il Cnel – “al netto dei trasferimenti a carico dello Stato, le gestioni private sarebbero in attivo”. Da qui la necessità di accelerare l’entrata a regime del sistema di calcolo contributivo delle pensioni anticipate e di tagliare le rivalutazioni. Anche se questo non basterà di certo a evitare il peggio fra qualche anno.

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