CAGLIARI POST

Cagliari. Commissione Pari Opportunità: “Donne scienza e innovazione per una Sardegna competitiva”

Cagliari. “Donne scienza e innovazione per una Sardegna competitiva” è il tema dell’evento organizzato, oggi, dalla Commissione Regionale per le Pari Opportunità insieme a Sardegna Ricerche (Agenzia regionale per la ricerca e lo sviluppo tecnologico della Sardegna) e in collaborazione con il CRS4 (Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna) e le due Università degli Studi di Cagliari e Sassari, a Pula nella sala Auditorium del Parco Scientifico e Tecnologico della Sardegna. Un’occasione per approfondire il ruolo della ricerca in Sardegna, le opportunità offerte delle materie STEM come percorso di studio e ricerca per le giovani donne, e far conoscere alcune delle eccellenze sarde nella campo della ricerca e della tecnologia.

“Oggi, sono sempre di più le donne che in Sardegna lavorano nel campo della scienza portando avanti ricerche innovative. La promozione delle donne nella ricerca è una sfida importante per lo sviluppo della nostra terra. Il loro contributo, infatti, è essenziale per ampliare ulteriormente le prospettive nella ricerca scientifica. E’ nostro dovere creare sinergie tra le istituzioni per valorizzare e trattenere i nostri talenti, garantendo a tutti e a tutte la possibilità di esprimere il loro potenziale. Per crescere bisogna investire sempre di più in ricerca, innovazione e sviluppo sostenibile”. Così, il Presidente della Regione Christian Solinas, a margine del convegno.

L’evento si è aperto con i saluti istituzionali della presidente della Commissione Regionale per le Pari Opportunità, Francesca Ruggiu che ha ringraziato le scienziate e le ricercatrici presenti. “La vostra testimonianza – ha detto Ruggiu – dimostra come sia possibile colmare il gap di genere nelle materie tecnico-scientifiche”. A seguire l’intervento della vicepresidente della Commissione, Barbara Congiu, responsabile del progetto Donne, Scienza e innovazione, che ha sottolineato la necessità di valorizzare l’empowerment femminile come un principio fondamentale per lo sviluppo della società, perché va di pari passo con l’uguaglianza di genere. “Uno strumento di competitività – ha affermato Congiu – in un mondo dove le competenze tecnico scientifiche disegneranno il nostro futuro”.

Un’intensa giornata di confronto e dibattito per promuovere il ruolo della ricerca e dell’equità di genere, incoraggiare le studentesse ad intraprendere percorsi di studio tecnico-scientifico, rendendole consapevoli degli stereotipi culturali che scoraggiano questa scelta. Tra i temi trattati il “gender gap”, ovvero il divario tra uomini e donne che persiste negli ambiti più disparati della società. Ancor oggi, infatti, in Europa e nel mondo sussiste un considerevole divario di genere nelle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche, le cosiddette materie STEM. Nel mondo, su 10 persone che si laureano in materie STEM solo 4 appartengono al genere femminile. (Fonte: report “WeSTEM for future 2022” WeWorld). Questo dato ha conseguenze importanti in termini di disparità di genere. Le materie Stem, infatti, sono solitamente quelle che offrono i percorsi di carriera più retribuiti e con maggiore stabilità.

Il divario di genere nelle facoltà Stem è un dato evidente anche negli atenei di Cagliari e Sassari. In Sardegna, le donne si iscrivono all’Università più degli uomini e si laureano prima e meglio. Ma, nonostante il numero delle laureate (sul totale dei laureati) prevalga nettamente sui laureati maschi, con una media del 61% all’Università di Cagliari e del 65,95% all’Ateneo Sassari, il dato muta sensibilmente con riferimento alle laureate STEM, che a Cagliari risultano solo il 21,2% e a Sassari il 9,62% (in rapporto a tutte le laureate di genere femminile).

La Regione Sardegna investe risorse ingenti sulla parità di genere, di cui 314 milioni di fondi PORFESR 2021-27.

Sul tema del divario di genere è intervenuta l’assessora regionale del Lavoro, Ada Lai. Rivolgendosi, in particolare, alle studentesse del Liceo Pacinotti e dell’Istituto di Istruzione Superiore Giua di Cagliari, presenti in sala, l’assessora ha voluto ribadire che per “per colmare il cosiddetto gender gap e incentivare la partecipazione delle ragazze nelle discipline STEM è necessario attivare un processo di consapevolezza già dall’infanzia. Dobbiamo partire dall’abbattimento degli stereotipi di genere – ha sottolineato Lai – che condizionano le bambine e le ragazze, perché le diseguaglianze di genere hanno radici profonde che riguardano il contesto familiare e culturale, prima ancora di quello lavorativo. Ci vorrà tempo, ci vorrà tanto lavoro, ci vorrà un profondo impegno da parte delle istituzioni, ma dobbiamo educare le giovani alla parità. L’assessorato regionale – ha concluso l’esponente dell’esecutivo Solinas – sta facendo la sua parte, investendo nell’alta formazione e nei voucher di conciliazione”.

Al tema della parità di genere sono particolarmente attenti anche il CRS4 e Sardegna Ricerche. “La recente consegna di un premio per giovani ricercatrici testimonia il nostro impegno in tale direzione – ha evidenziato l’amministratore unico del CRS4, Giacomo Cao – In questo contesto, va sottolineata la necessità di proteggere la proprietà intellettuale acquisita, anche attraverso forme di sostegno al mantenimento in vita delle domande di brevetto concesse”.

“Ogni giorno scienziate e ricercatrici dimostrano con impegno e passione quanto sia importante il contributo delle donne nella scienza – ha ribadito la direttrice generale di Sardegna Ricerche, Maria Assunta Serra -Anche se molto è stato fatto, è evidente che c’è un divario ancora da colmare in un campo tradizionalmente considerato di appannaggio maschile. Sardegna Ricerche ospita con piacere questo importante convegno che vede la presenza di donne che con la loro testimonianza sono un esempio da imitare per le giovani generazioni”

Secondo Paola Rappelli, delegata del rettore dell’Università di Sassari, Gavino Mariotti, per l’orientamento, alla base di questo fenomeno ci sono diversi fattori, in parte legati a pregiudizi, e solo parziale conoscenza dei percorsi e degli sbocchi occupazionali offerti dai corsi STEM. “Per colmare il gender gap in queste materie – ha sottolineato Rappelli – è fondamentale il ruolo dell’orientamento formativo. I Ministeri dell’Università e dell’Istruzione hanno destinato importanti risorse del PNRR all’orientamento, con un’attenzione particolare proprio alle lauree STEM e alla parità di genere”

Per l’Università di Cagliari la promozione della parità di genere è un indirizzo di policy, il nucleo del Piano di Eguaglianza di Genere, operativo sin dal 2020, come ha ricordato, intervenendo al dibattito, Ester Cois, delegata del rettore dell’Università di Cagliari, Francesco Mola per l’uguaglianza di genere. “L’Ateneo è impegnato a valorizzazione ogni forma di diversità in tutti gli ambiti disciplinari, secondo principi di inclusione e di empowerment”.

Relatrici del convegno una nutrita rappresentanza di ricercatrici di Sardegna Ricerche e del CRS4: Carla Asquer, Marialaura Lucariello, Eva Lorrai, Francesca Frexia, e di ricercatrici e docenti dell’ Università di Cagliari: Bruna Biondo, Carla Buosi, Marta Cappai, Silvia Columbu, Ambra Demontis, Caterina Fenu, Fiorella Fionda, Giulia Orrù, Micaela Porta, Emanuela Quaquero, Simona Ruggeri, Valeria Saiu, Angelica Simbula, Ilaria Campesi, Claudia Caltagirone; e dell’Ateneo di Sassari: Ilaria Campesi, Francesca Ginatempo, Valentina Margarita.

Alla tavola rotonda hanno dato il loro contributo anche la docente emerita dell’Università degli Studi di Cagliari, componente Consiglio Superiore di Sanità, Maria Del Zompo e Maura Pilia, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Astrofisica INAF, Osservatorio Astronomico di Cagliari, che ha ricordato alla platea che “l’astrofisica è roba da donne”, grazie ad un modello positivo nell’ambito della differenza di genere all’interno dell’Istituto che rappresenta.

Fra i temi trattati nel convegno, anche la transizione energetica e il ruolo delle donne in questo contesto, anche in riferimento al percorso di ricerca intrapreso da Sardegna Ricerche con la Piattaforma Energie Rinnovabili, e le fonti alternative per la produzione di energia rinnovabile, come le biomasse, il biogas e il biometano. Durante l’evento sono state approfondite anche le opportunità offerte dallo Sportello Ricerca Europea – APRE Sardegna, il centro di competenza regionale che, attraverso i suoi servizi di consulenza specialistica, promuove i programmi comunitari di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica “Horizon Europe e LIFE 2014 – 2027”, organizzando nel territorio regionale percorsi di sviluppo professionale e laboratori di progettazione europea finalizzati a sviluppare le competenze professionali chiave per la scrittura, la gestione e la rendicontazione dei progetti di ricerca e innovazione. Un approfondimento, inoltre, sul progetto Horizon 2020 Women4RES, che mira ad aumentare, grazie a una serie di iniziative, il coinvolgimento di professioniste nel settore delle RHC, le tecnologie per riscaldamento e raffreddamento da fonti rinnovabili.

Due le testimonianze del CRS4. La prima sul GIS, un sistema informatico che permette di memorizzare, visualizzare e trattare i dati collegati alla posizione sulla superficie terrestre, analizzando tematismi eterogenei da cui ricavare informazioni visualizzabili su mappa. La seconda sull’importanza dei dati clinici e biomedici, che oggi svolgono un ruolo centrale nei percorsi sanitari e nell’evoluzione delle conoscenze mediche.

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