

Cagliari. Inaugurati oggi, alla Presenza della Direzione aziendale del presidente della Regione Sardegna e dell’Assessore regionale alla Sanità, i nuovi locali del Centro Terapia del dolore, diretto dal dott. Tomaso Cocco, situati al piano terra del presidio ospedalieri Marino, sul Lungomare Poetto.
“La Struttura occupa gli spazi ristrutturati del piano terra, con tre ampie sale spaziose ed accoglienti per i numerosi pazienti che il servizio prende in carico ogni giorno – ha spiegato il manager della ASL di Cagliari, Marcello Tidore -. Oggi siamo felici di parlare di buona sanità, del futuro della qualità di vita dei nostri cittadini: poter gestire e superare il dolore fa la differenza nella qualità di vita. Questo è solo il primo passo però di un progetto, sulla base degli indirizzi della Giunta regionale, molto più ampio che vede la riqualificazione dell’intero presidio Marino, con interventi di rifacimento delle facciate e degli eidifici restituendo ai cittadini un parco verde che renderanno questa struttura un Ospedale di Comunità moderno e all’avanguardia, in grado di offrire servizi territoriali di alto livello con elevate professionalità come il Centro di Terapia del Dolore che inauguriamo oggi”.
La SSD Terapia del Dolore
“La SSD Terapia del Dolore della ASL Cagliari è stata attivata nel 2013 grazie alla mia caparbietà – ha spiegato il dottor Tomaso Cocco, anestesista, 54 anni, di cui 10 dedicati alla Terapia del Dolore dopo una importante formazione passata all’Ospedale Santa Maria Degli Angeli di Pordenone, allo IEO nell’équipe del professor Umberto Veronesi e Humanitas di Milano- e alla professionalità di tutto il team della ASL di Cagliari. L’obiettivo è sempre di alleviare le sofferenze del paziente con dolore cronico, dalla lombalgia alla cefalea, dalla nevralgia posterpetica alla neuropatia diabetica, con un occhio di riguardo per i pazienti affetti da patologie oncologiche e neurodegenerative”.
Da allora, il servizio si è notevolmente ingrandito, sino a comprendere il team del PO San Giuseppe di Isili. Una squadra che crede fermamente che la cura del dolore esista: “La missione del medico è combattere il dolore – ha aggiunto Cocco – e da quando in Italia abbiamo la legge 38, in vigore dal 2010, il dolore cronico va considerato una malattia in sé, non soltanto un segnale di malattia”.
Le modalità di prenotazione
“Anche i servizi offerti dalla SSD Terapia del Dolore sono sempre più vari per poter venire incontro alle esigenze di un numero sempre maggiore di pazienti affetti da dolore cronico. Dopo la prima visita, prenotabile tramite i consueti canali CUP e CUP ALPI, i medici impostano un programma terapeutico composto da infiltrazioni ecoguidate, terapia farmacologica, nuove terapie non invasive come la Scrambler Therapy, o altre opzioni terapeutiche – ha affermato il Direttore Sanitario della ASL di Cagliari Roberto Massazza -. Le prestazioni vengono erogate in regime ambulatoriale o in Day Hospital”.
I numeri
Nel nostro Paese sei milioni di persone hanno a che fare almeno una
volta all’anno con il dolore. Il dolore acuto deve essere considerato un campanello d’allarme, che ci informa di un problema sottostante e solitamente cessa con la risoluzione del problema. Quando invece persiste per più di sei mesi, viene considerato cronico e classificato come malattia vera e propria. Il 2 per cento dei casi di dolore cronico è legato a neoplasie.
«La scienza medica ha quasi del tutto vinto la guerra contro il dolore – conclude Cocco – rimane uno 0,5 per cento di casi in cui dobbiamo arrenderci, i casi di dolore centrale e alcuni tipi di emicranie di cui non conosciamo ancora l’origine. Ma i farmaci disponibili sono efficaci ed è importante usarli nel modo corretto». Il Servizio prende in carico circa 2000 pazienti ogni anno, per un totale di 10500 prestazioni/anno, con un continuo incremento anche di pazienti fuori Regione che vengono appositamente in Sardegna per farsi trattare dal Dott. Cocco e dalla dott.ssa Fei.
Prende corpo – ha dichiarato il Presidente Solinas – quel progetto di riforma che coraggiosamente abbiamo avviato qualche anno fa e che ha subito gli effetti dell’ondata del Covid, ma che oggi ci consente di inaugurare una realtà importante come quella della Terapia del dolore e di dimostrare ciò che avevamo detto fin dall’inizio, ovvero che non avremo chiuso nessuna struttura ospedaliera. Oggi l’ospedale Marino rappresenta tutto questo: l’avvio di un percorso di riqualificazione e riutilizzo in funzione delle esigenze dei pazienti. A tutto ciò si aggiungeranno i nuovi ospedali, il cui scopo non è improntato alla chiusura dei presidi esistenti, ma a integrare il sistema con strutture più all’avanguardia dotate di tecnologie all’altezza delle aspettative dei sardi”.
Il Presidente Solinas ha sottolineato come il risultato di oggi sia il frutto dell’attuale politica di rilancio e di investimenti: “Non dimentichiamo ciò che abbiamo trovato quando siamo arrivati, nessuno aveva la bacchetta magica per porre rimedio dall’oggi al domani ad anni di blocco del turnover e riduzione del personale sanitario, oltre a un progetto che con l’azienda unica voleva chiudere diversi presidi ospedalieri. Noi abbiamo invece approvato una riforma che riporta il sistema sanitario su un’articolazione in diverse strutture e sui territori e stiamo finalmente cominciando a raccogliere i frutti di ciò che è stato seminato. Serve ora continuità perché i sardi possano apprezzare al meglio gli effetti positivi di questa riforma sul servizio sanitario regionale”.
In merito al Centro Terapia del dolore, che oggi trova nell’ospedale Marino la sua nuova casa, l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, presente al taglio del nastro, ha parlato di eccellenza e in riferimento alle cure offerte, spesso rivolte ai pazienti più fragili, tra cui quelli oncologici, ha sottolineato: “Rappresenta un segno di civiltà oltre a essere un dovere di legge. È di grande importanza per i cittadini e per tutta la comunità sanitaria della Sardegna e di quest’Area vasta di Cagliari avere un Centro di riferimento in cui siano disponibili tutte le più moderne tecniche terapeutiche in grado di dare supporto ai pazienti, in particolare i più fragili”.
