Questa mattina a Cagliari si è tenuto un sit-in contro la produzione di armi in Sardegna, organizzato nell’ambito del Mese dei Diritti Umani 2016. Evento organizzato dal Presidio Piazzale Trento per esprimere il loro totale disappunto per la guerra in Yemen che uccide uomini, donne e bambini. Gli attivisti hanno rappresentato visivamente il motivo della loro protesta con due missili conficcati sul terreno, macerie e feriti e, oltre il filo spinato, il simbolo della pace, al momento irraggiungibile. Durante la manifestazione sono stati distribuiti volantini informativi dove si spiega il flusso delle armi dall’Europa all’Asia e quello dei profughi, che scappano anche dallo Yemen, verso l’Europa. Non ultimo il viaggio del denaro: dal governo saudita raggiunge le casse della tedesca Rwm che distribuisce misere buste paga a chi produce morte. Dal Presidio riferiscono che:” Sono state raccolte prove che ordigni inesplosi del tipo di quelli inviati dall’Italia sono stati ritrovati in diverse città dello Yemen bombardate dalla coalizione a guida saudita”. Almeno in tre occadioni Mk84 e Blu 109 ‘Made in Sardinia’, sono stati spedite dall’aeroporto commerciale di Elmas a Taif, base militare dell’Arabia Saudita. Ma in Italia la legge 185/1990 vieta espressamente le esportazioni di tutti i materiali militari e i loro componenti verso i paesi in stato di conflitto armato e responsabili di gravi violazioni dei diritti umani.
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