Cagliari. Al termine del rito abbreviato, ieri mattina, 23 novembre 2017, il Gup del tribunale di Cagliari, dott. Roberto Cau, ha condannato gli imputati del traffico di droga coinvolti nell’indagine denominata “Toro-Rambo”. Il giudice ha ribadito la colpevolezza degli indagati e l’esistenza di un associazione a delinquere, ha inoltre riconosciuto la posizione verticistica in seno all’organizzazione di Marco Cadeddu e Stefano Ledda, nei confronti dei quali il GUP ha disposto la confisca di tutti i beni già sottoposti a sequestro preventivo. Si tratta di un patrimonio immobiliare di 11 unità immobiliari a Cagliari, Selargius e Quartucciu per un valore di oltre un milione di euro; di una società di noleggio auto e una negozio di auto moto, una ditta di servizi e ristorazione per un valore di 150 mila euro; beni mobili per 100mila euro.
Resta da definire la posizione di Albino Portoghese ritenuto il promotore dell’associazione a delinquere che ha scelto il rito abbreviato. La banda è stata sgominata da un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia e condotta dagli uomini del nucleo investigativo della Compagnia di Cagliari.
La condanna più pesante è stata inflitta a Marco Cadeddu, 16 anni di reclusione, due in più rispetto a Stefano Ledda, otto anni di carcere a Stefano Corda e Roberto Brughitta, mentre Luca Mascia, Daniele Armante ed Enrico Uda sono stati condannati a 7 anni e 4 mesi. Maurizio Cadeddu infine dovrà scontare sei anni otto mesi di carcere.
L’inchiesta scattata nel 2015 era stata coordinata dal sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia Alessandro Pili che aveva fatto scattare gli arresti cautelari, dopo l’ordine del gip, nel corso di un’operazione ribattezzata dei carabinieri Toro e Rambo.