CAGLIARI POST

Cagliari. Ospedale Businco, in funzione il nuovo acceleratore nella radioterapia

Cagliari. “Oggi diamo testimonianza di quella sanità che funziona, di quella sanità pubblica che fa meritoriamente passi in avanti. Riportiamo l’oncologia pubblica in Sardegna al livello che merita, perché la dotiamo di attrezzature, strumentazioni e tecnologia che non solo la rimettono in pari rispetto ad altre iniziative private, ma la rendono competitiva a livello nazionale”. Lo dichiara il Presidente della Regione, Christian Solinas, oggi in visita all’ospedale oncologico Businco, di Cagliari, in occasione dell’entrata in funzione del nuovo acceleratore lineare Linac, il primo delle quattro grandi apparecchiature di ultima generazione previste nel piano di ammodernamento della radioterapia nel centro di riferimento regionale per le cure oncologiche della Sardegna. Nei prossimi mesi, sempre nell’ospedale Businco, è prevista l’installazione di un secondo Linac e di una tomoterapia elicoidale. L’ospedale di Cagliari sarà inoltre uno dei quattro centri in Italia ad ospitare il Cyberknife, apparecchiatura all’avanguardia nelle cure dei tumori.

“Fin dall’inizio – ha sottolineato il Presidente – abbiamo preso l’impegno di dare un’attenzione particolare all’ospedale oncologico, garantendo, da parte della Regione, tutto il supporto necessario per portare a compimento gli investimenti non solo in tecnologia ma anche strutturali e infrastrutturali. Il nuovo acceleratore lineare rappresenta un primo risultato concreto. Le sue potenzialità ci aiuteranno non solo ad essere più efficienti, più innovativi, più sostenibili, ma ci consentiranno di erogare un più elevato numero di prestazioni in un tempo minore. Questo significa aggredire le liste d’attesa e una migliore qualità delle cure. Si pensi, ad esempio, al sistema di puntamento intelligente, capace di seguire in modo mirato il tumore bersaglio, riducendo in modo significativo le dosi di radiazioni verso il paziente e le lesioni alle cellule sane circostanti, oltre a consentire applicazioni terapeutiche fino a questo momento impossibili in Sardegna con macchinari vecchi di quindici anni, ora in sostituzione”

“Grazie alle nuove tecnologie diamo ai pazienti e ai professionisti nuove speranze e nuove aspettative. Mi auguro a breve – ha sottolineato il Presidente Solinas, in merito al progetto del nuovo ospedale – di poter anche dare certezze rispetto a una nuova casa nella quale possano essere svolte tutte queste attività al meglio. Nell’ospedale San Michele procedono tutte le attività relative alla piastra tecnologica che è stata prevista per migliorare la capacità dei blocchi operatori, ma questo non esclude il poter dare, soprattutto ai reparti di oncologia, ai reparti che sono maggiormente in sofferenza rispetto agli spazi e alla loro adeguatezza, un nuovo presidio che possa offrire i migliori e più moderni standard da un punto di vista non solo strutturale e tecnologico, ma anche sul piano dell’ospitalità”.

Il Presidente ha inoltre ricordato le difficoltà legate all’attuale carenza di medici in alcune specialità: “Purtroppo dei tanti concorsi banditi in questi anni, spesso non si riesce neanche a coprire il numero di posti messi a concorso con il numero dei partecipanti. C’è una emergenza enorme nel settore dell’anestesia e della rianimazione. C’è un grande problema sui medici dell’emergenza urgenza. Addirittura incontriamo problemi nelle scuole di specializzazione rispetto a queste discipline. Pur avendo scommesso tanto come Regione sulle borse di specializzazione, portandole ad un numero veramente importante su alcune discipline specifiche, abbiamo registrato pochissime domande e siamo in attesa di un riequilibrio a livello nazionale, attraverso una soluzione con il ministero e con le università, in maniera da garantire copertura a tutti i posti messi a disposizione”.

Sul futuro dell’Arnas G. Brotzu il presidente ha concluso con un riferimento ai nuovi reparti: “Auspico che all’interno dell’azienda possa nel più breve tempo possibile portare a compimento il percorso di apertura dei posti di rianimazione pediatrica, per essere in grado di dare un tipo d’assistenza che deve poter essere svolta in Sardegna senza dover continuamente ricorrere a trasferimenti e viaggi verso le altre regioni”.

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