Nell’hinterland cagliaritano oggi, si parla ancora del terrificante incidente accaduto l’altra notte a Cagliari, dove tre giovani vite son state spezzate, Manuelina Olla, 21 anni, Anna Maria Perra, 17, Davide Giunchini, 27. Le due ragazze sono di Quartu, il 27enne di Sinnai. Una quattordicenne di Quartu è in coma, un altro giovane di 26 anni, che era alla guida al momento dello schianto, anche lui ricoverato.
Si piange a Quartu come a Sinnai, un dolore che unisce tanti, amici e familiari dei giovani. Le discussioni sul perché ogni giorno nelle nostre strade dobbiamo stilare un bollettino di guerra le faremo dopo. Ora dobbiamo pensare che quei ragazzi potevano essere nostri figli quelle lacrime le nostre, come quel dolore lancinante al petto che non lascerà mai più quei genitori. L’improvvisa, imprevista morte di un figlio, per ogni famiglia é un evento devastante. Noi genitori pensiamo e viviamo con la certezza che i nostri figli vivano a lungo, che ci sopravvivano. La perdita lascia sgomenti, vuoti, privi di parole, perché non ne esistono di giuste davanti alla madre che piange il figlio morto. Il mondo sembra crollare. Un padre e una madre rifiutano con tutta l’anima l’idea che un figlio possa scomparire nel nulla . Una parte del genitore muore quando il figlio muore, forse perché il futuro, con tutti i sogni e le speranze, va in frantumi. Sentirsi dire che il figlio non c’ è più é una cosa, accettare la realtà richiede un tempo assai più lungo. Più e più volte i genitori che hanno subito una simile perdita affermano: “Continuo ad aspettare che telefoni”. Perché i figli non muoiono mai.
Un abbraccio forte a questi genitori anche se un dolore così atroce non si cancellerà, spero che trovino la forza di continuare a vivere.