CAGLIARI POST

Calasetta. DALLE FINESTRE DEL MIO STUDIO SI VEDE IL MARE – Ludovica Gioscia in dialogo con l’Archivio Lalla Lussu

Fondazione MACC è lieta di presentare Dalle finestre del mio studio si vede il mare una mostra, a cura di Efisio Carbone, dedicata ai lavori di due artiste – Ludovica Gioscia (Roma, 1977) e Lalla Lussu (Cagliari, 1953-2020) – dove il tempo assoluto e quello presente si intrecciano nelle delicate trame di un ordito composto da una serie di acquarelli, arazzi e un’installazione site specific.

Archiviare, catalogare, avere cura, sono i concetti chiave di un dialogo ideale tra la ricerca artistica di Ludovica Gioscia e il corpus di opere lasciato dai familiari di Lalla Lussu in deposito temporaneo alla Fondazione MACC che, in collaborazione con il MUACC Museo universitario delle arti e delle culture contemporanee dell’Università degli Studi di Cagliari, e con il contributo della Fondazione Banco di Sardegna e della Frem Group, ne sta predisponendo la catalogazione. 

Se da una parte il progetto espositivo mira a stimolare una riflessione sulla conservazione degli archivi d’artista, spesso lasciati alla sola responsabilità degli eredi, senza il giusto supporto scientifico ed economico per la loro conservazione e valorizzazione, la mostra si propone come un’azione poetica dove il materiale archivistico di Lalla Lussu, composto da dipinti, disegni su carta e su tela, tessuti e vari quaderni di appunti, viene reinterpretato nel dialogo con le opere di Ludovica Gioscia. Un canto affine, per assonanza di forme, colori e materiali, che l’artista italiana di base a Londra, non nuova al richiamo della Sardegna e al suo fascino ancestrale, esprime attraverso un’installazione dal titolo Ramadura Marina: una cascata di tessuti verticali e traslucenti che, come reti gettate in mare, raccolgono elementi idealmente provenienti dalla flora e fauna marina; mentre a terra una distesa di elementi naturali presi in prestito dalle spiagge calasettane costituiscono quelle ‘prove di esistenza’ del passaggio sull’Isola di Ludovica, il suo archivio temporaneo che a fine mostra verrà restituito al paesaggio. 

“Quando l’artista entra in connessione con un territorio costituisce un archivio di elementi, reperti poetici variamente catalogati, che sono la trama del racconto su cui cucire emozioni diversificate” afferma Efisio Carbone e aggiunge “cura e protezione sono nelle corde di entrambe le artiste che alla natura guardano, sempre con profondo rispetto e rinnovato stupore”. Intitolando l’installazione Ramadura Marina Ludovica Gioscia omaggia “sa Ramadura”, il rito sacro tramandato in Sardegna delle infiorescenze votive e gli acquarelli meravigliosamente vitali di Lalla Lussu autonomi e fragili da preservare e valorizzare.

Ludovica Gioscia (1977, Roma) vive e lavora tra Londra e l’Italia. Nel 2004 ha conseguito la laurea alla Slade School of Art a Londra. Per l’artista lo studio è un luogo magico dove le opere appaiono da dimensioni come il sogno. Ludovica Gioscia ama lavorare con una varia gamma di materiali diversi tra loro aggiungendo le emozioni e i materiali organici alla sua tavolozza. L’ultimo corpo di lavori realizzati dall’artista consiste in una serie di assemblaggi ecologici, che sono il risultato di collaborazioni con l’adorato gatto Arturo e gli elementi naturali che la circondano. Tra le mostre personali recenti: Arturo And The Vertical Sea a Baert Gallery, Los Angeles (2021); The Tenderness Of Insects a VITRINE, Basilea (2019); POP THERAPY. Lo spirito rivoluzionario delle figurine Fiorucci a Museo della Figurina, Modena (2019); Infinite Present a Baert Gallery a Los Angeles (2017); Shapeshifters da Max Mara a Londra (2017). Gioscia ha partecipato in collettive e personali a CENTRALE for contemporary art in Bruxelles; Salon 94, Allegra LaViola e Flag Art Foundation a New York, The Warhol a Pittsburgh, FuturDome a Milano, Palazzo da Mosto a Reggio Emilia, American Academy e Palazzo Fiano a Roma, VITRINE, Jerwood Space e South London Gallery a Londra, Edinburgh College of Arts, MNAC a Bucharest, Fundació Miró a Barcellona, Maraya Art Park a Sharjah, Darb 1718 al Cairo e Galerie Confort Moderne a Poitiers. 

Lalla Lussu (Cagliari, 1953-2020) ha vissuto e lavorato a Cagliari. Dopo la laurea in Storia dell’Arte Contemporanea con una tesi sull’artista Enrico Castellani, dal 1984 è stata docente di Discipline Pittoriche, presso il Liceo Artistico Statale Foiso Fois di Cagliari. Nel 1971 ha frequentato il corso di pittura presso l’Internatìonale Sommerarakademìe fur Bildende Künst di Salisburgo con il maestro Heinz Trökes, e nel 1989, con il maestro Jörg Immendorf. In seguito alla sua prima mostra personale del 1977, presentata da Giorgio Pellegrini ha partecipato a numerose mostre come il Premio San Fedele e Quadri Giovani 1981 a Milano e Territorialità dell’arte a Capo d’Orlando (Palermo), curata dal critico Simonetta Lux. Negli anni Ottanta-Novanta l’attenzione è catturata da un’espressione pittorica che la stessa artista ha definito “astratto ma non troppo” e che prende spunto dal fondo marino popolato di pesci alla terra, dall’abissale alle radici, all’essere vivente, fiore o albero, petalo e foglia, fusto e fronda, e ne sono testimonianza le mostre La preponderanza delle cose piccole, Tempere, Un albero ancora bambino balla e canta sull’erba, Insularità (curata dal critico Giuliana Altea), Lontane radici del senso (presentata dal critico Caterina Limentani Virdis), Preghiera e Pentimento. Dopo la partecipazione nel 2003 alla mostra dedicata a “Sardae Patronus Insulae Sublimis Inter Martires”, decide di rivolgere tutta la sua attenzione e il suo impegno alla tecnica dell’acquerello e alla possibilità di nuove sperimentazioni; a tale proposito si ricorda la mostra del 2005 Duetto d’Artista all’Exmà di Cagliari dall’intrigante sottotitolo “RA MA DU RA” e la partecipazione alla mostra Carte e…carte, organizzata dal Centro Culturale Man Ray, con un’opera Ziqqurat/Taruqquiz del 2007. Dal 2012 l’artista inizia a lavorare su teli di lino naturale, stoffe plissettate e dipinte a mano in cui l’instancabile ricerca sui legami tra Arte e Natura incontra il suo mondo ideale e spirituale. È del 2017 la mostra Cortecce a cura di Efisio Carbone, con gli allestimenti di Giorgio Dettori, presso lo Spazio (IN)visibile di Cagliari. Dal 2018 inizia la collaborazione con la Galleria Marina Bastianello che ha presentato la sua ultima ricerca in una mostra antologica a Mestre a cura di Efisio Carbone oltre a promuovere il lavoro in fiere nazionali e internazionali. Nel 2019 la sua ultima mostra REINAS insieme alle artiste R. Rossi, M. Lai e Z. Calzia presso il Museo Ettore Fico di Torino.

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