Canes de isterzu. Time in Jazz escluso da contributi, la rabbia di Fresu

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 Paolo Fresu, fondatore e ‘anima’ del Festival Time in Jazz, denuncia in un lungo post su Facebook l’esclusione dell’evento dai contributi regionali. Hanno partecipato al bando 164 soggetti per un totale di 750mila euro di contributi: solo 22 però sono stati ammessi. Time in Jazz non ce l’ha fatta: è in posizione 50, perché ha depositato la domanda alle ore 08.00.04. Quattro secondi dopo l’apertura del bando.

Cosi Paolo Fresu su Facebook:

– CANES DE ISTERZU (Cani da secchio)

E’ stata pubblicata poche ore fa la graduatoria della Legge 7 della Regione Sardegna che finanzia le manifestazioni pubbliche di grande interesse turistico dello spettacolo e della cultura. Legge che fino allo scorso anno supportava i grandi eventi dello spettacolo a fronte di un punteggio di merito, e che stavolta è stata aperta a tutti con un procedimento deplorevole da tutti noi più volte sconsigliato. Quello del “bando a sportello”.Ne fruiranno 22 soggetti su 164 per un totale di € 750.000,00; passa chi ha depositato per primo la domanda in ordine di tempo senza tenere conto di nessuna valutazione di merito. Il festival TIME IN JAZZ, nonostante le promesse fatte dall’ Assessorato al Turismo e in un momento così difficile, non ce l’ha fatta ed è in posizione 50 perché deposita la domanda alle ore 08.00.04. Quattro secondi dopo l’apertura del bando. Un anno di lavoro non riconosciuto e mandato in fumo per una frazione millesimale di tempo.Non solo il nostro, ma quello di tantissime altre realtà che, con coraggio e determinazione, hanno deciso soprattutto quest’anno di andare avanti e di dare un segnale positivo. Tante come quelle che, fortunatamente, sono in pole position depositando la domanda prima di altri, che magari non avevano una buona linea internet o una sveglia con l’orario perfetto. Parlo soltanto del mio festival (posto che non lo si conosca) per dire che è stata una delle prime manifestazioni in Italia a dare un segnale di ripartenza, che ha costruito un ricco cartellone di otto giorni con circa cinquanta concerti e con attività parallele dedicate all’infanzia, al cinema, all’editoria, all’enogastronomia e al green collezionando una rassegna stampa che ha parlato al mondo con un incremento del 400% rispetto allo scorso anno. E’ questa la Sardegna che abbiamo portato in giro e il turismo che ci piace e che si completa con quello estivo delle coste e con quello invernale dell’entroterra, che ancora quasi non esiste se non grazie a piccole e virtuose esperienze. E’ possibile che tutto questo valga una manciata di secondi? Esattamente quattro in cui si bruciano i € 60.000,00 che ti sono stati platealmente promessi e che, a manifestazione avvenuta e con i soldi spesi, non ti verranno erogati. Creando un buco dell’ozono nel bilancio già consolidato e obbligandoti a fare i conti della serva con la programmazione del 2021.Ecco perché siamo tutti “canes de isterzu” (letteralmente “cani da secchio”), a morsicarci gli uni con gli altri e a latrare sotto il tavolo in attesa che ci si butti il pezzo di carne o piuttosto l’osso. Che brutta fine la cultura. E che brutta fine la nostra Regione tanto amata e tanto bisognosa.

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