“Io so far ridere, almeno ci provo”. E’ questa la premessa di Matteo Siddi formulata ieri sera al Parco Urbano di Capoterra e secondo quanto visto, sembra esserci riuscito.
Nell’evento voluto da “La via del Collegio” e dall’associazione culturale Impressioni, il performer cagliaritano dimostra tutta la sua ecletticità. “Bisogna chiudere i cerchi aperti” è il suo moto, attingere dal suo variegato percorso artistico è il suo modus operandi.
Matteo è il giullare di corte dei nostri tempi. Canta, danza, fa cabaret spaziando a tutto campo insieme alla bravissima Roberta Gaviano e agli ottimi musicisti Manuel Cossu al piano e voce, Alberto Locci al basso e Alessandro Atzori alla batteria .
“Cosa mi spinge ogni volta a salire sul palco? Voglio diventare miliardario e comprarmi Pirri per asciugarla”. Più volte citata, la frazione cagliaritana è la cartina tornasole di uno spettacolo che regala sorrisi ispirandosi alla realtà locale. Con le cinque vocali, riesce a imitare i sardi nelle loro forme di comunicazione. Con le immagini in sovraimprensione, da vita a un canto a tenore.
Per Matteo Siddi, la divertente tendenza a “dissacrare” si manifesta nelle versioni cagliaritane di Romeo e Giulietta e del musical “Greasalo”. Stuard Arrodu, centravanti del Pirri, viene intervistato a “Bestie”, “Gesù di Cagliari” continua a esaudire richieste dall’Ufficio Miracoli”. In tutto questo, da maestro di canto, c’è spazio anche per una calorosa interpretazione di “No potho reposare”.
Novanta minuti di spensieratezza e per l’artista multitasking arriva il momento dei saluti: “Bisogna chiudere il cherchio che ho aperto all’inzio. Da buffone di corte l’ho iniziato e da buffone di corte lo voglio terminare perchè questo so fare“