Roma. Saranno immediatamente trasferiti in altri istituti, anche lontani, per gravi motivi di sicurezza i detenuti responsabili di aggressioni, anche solo tentate, agli agenti di Polizia Penitenziaria, al personale sanitario, agli operatori o ad altri detenuti o che abbiano messo in atto qualsiasi evento a carattere violento o danneggiato beni dell’Amministrazione. È quanto prevede la circolare del 9 ottobre scorso del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Francesco Basentini, inviata ai Provveditori regionali e ai Direttori degli istituti penitenziari per tentare di porre un argine all’impennata di aggressioni ed eventi critici degli ultimi mesi.
“Il provvedimento – scrive Basentini – dovrà essere adottato dai Provveditori Regionali, che disporranno il trasferimento del detenuto presso altro istituto sito all’interno del territorio distrettuale”. Nei casi più gravi, il trasferimento avverrà invece in un altro distretto e sarà la Direzione generale dei detenuti e del trattamento del DAP ad attivarsi, anche su impulso del Capo Dipartimento.
Valorizzando l’applicazione di strumenti normativi già previsti dalla legge 354/1975, viene in tal modo automatizzato un meccanismo di reazione deterrente al sempre più frequente ripetersi di eventi critici e violenze. Da inizio anno sono infatti 485 le sole aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria, contro un numero di 587 registrate nell’intero 2017.
Da inizio settembre 2018, sono stati 77, fra trasferimenti per motivi di sicurezza e assegnazioni a regime di sorveglianza particolare, i provvedimenti emessi nei confronti di detenuti violenti, compresi quelli che hanno riguardato i tredici detenuti del carcere di Sanremo. A fronte di quasi novanta episodi di varia gravità, 56 sono stati i trasferimenti disposti dai Provveditorati regionali fra istituti dello stesso ambito di competenza territoriale; degli altri 21 provvedimenti disposti dal DAP, 16 hanno riguardato il trasferimento in istituti extra-distretto e 5 l’attivazione, la proroga o l’applicazione del regime di sorveglianza particolare previsto dall’art. 14 bis dell’Ordinamento Penitenziario.