Carceri della Sardegna: si chiude un anno dai risvolti estremamente negativi

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E’ tempo di bilanci e mai come quest’anno, in Sardegna, non possiamo che tracciare
un resoconto estremamente negativo. Gli Istituti permangono in una situazione di
estrema precarietà: Sassari nonostante l’elevato numero di detenuti appartenenti al
circuito 41 bis ed al numero elevato di detenuti psichiatrici rimane ancora privo di un
Comandante e di un Direttore titolare ed il personale deve continuare a subire la
gestione diametralmente opposta in base al Direttore o al comandante che si trova in
quel momento a dirigere l’Istituto. A Tempio permane una gestione che, dati alla
mano, determina gravi imparzialità. Poliziotti che continuano a fruire dei riposi in
tutte le domeniche ed altri, di riflesso, costretti a lavorare in tutte le domeniche, una
situazione scandalosa che non si registrava nemmeno negli anni 90, ed il personale
anzichè beneficiare di una guida che sappia tracciare un percorso lavorativo sereno,
subisce procedimenti disciplinari anche per dei fatti che non rappresentano di certo
l’estrema ratio. A Nuoro invece l’Amministrazione si è letteralmente superata,
fornendo due diverse interpretazioni davanti a numeri oggettivi che evidenziano la
carenza numerica nei vari ruoli. Se la Direzione infatti, per un periodo, ha addirittura
costretto il personale a svolgere obbligatoriamente lo straordinario, abbiamo avuto
una diversa veduta del provveditore che descrive invece l’Istituto di Badu e carros
come un isola felice, due pareri contrastanti estremamente significativi. L’Istituto di
UTA invece mantiene il triste primato degli eventi critici: aggressioni a danno del
personale, tentativi di suicidio, abnorme ricorso ai ricoveri dei detenuti in luogo
esterno di cura, con punte di 5 detenuti contemporaneamente inviati in ospedale
esterno. Anche qui registriamo una gestione incomprensibile: Il numero di Poliziotti
inserito in alcuni Uffici e nei posti fissi supera il livello massimo mentre nelle sezioni
detentive si lavora costantemente al di sotto dei livelli minimi di sicurezza, inoltre la
gestione dei servizi del personale non si puo’ di certo definire imparziale. Ad
Oristano il personale continua ad essere costretto a gestire detenuti appartenenti al
circuito AS3, di primissimo livello delinquenziale, senza gli adeguati livelli di sicurezza
e senza gli strumenti idonei, mentre l’Istituto di Lanusei è stato trasformato in un
“secondo Istituto di UTA” , vengono infatti inviati detenuti che hanno letteralmente
creato scompiglio in altri istituti, mischiandoli ai detenuti “protetti” ed a quelli
psichiatrici, ignorando volutamente l’assenza dell’area sanitaria nelle 24 ore ed
ignorando anche la mancanza di camere dove poter isolare detenuti facinorosi.
Tutto questo, unito alla carenza di circa 540 Agenti in regione, non sembra però
rappresentare motivo di intervento per l’uscente provveditore, tanto meno lo e’ stato
per l’uscente Capo del Dipartimento Carlo Renoldi che, in una recente intervista, ha
descritto la situazione in Sardegna come “abbastanza tranquilla” ed ha annunciato
l’assegnazione di Poliziotti e Direttori per fine 2023. Queste parole ci hanno dato

conferma che nei palazzi romani non hanno la minima concezione dei problemi di
quella che definiscono “periferia”. La delusione maggiore arriva proprio dal fatto che il
Capo del Dipartimento non doveva riservare un trattamento di favore alla propria
terra, non glielo avremmo mai chiesto, doveva solo ed esclusivamente trattare la
Sardegna come le altre regioni, garantendo le stesse attenzioni, cosa che purtroppo
non è avvenuta. Dispiace pertanto ammettere che si è rivelato un flop come i suoi
predecessori. Nello stesso modo ci dispiace che il Provveditore, ex Direttore di Istituti
importanti e difficili come Palermo quindi esperto di dinamiche che avvengono negli
Istituti, non sia riuscito o non abbia voluto rispettare e far rispettare alle Direzioni le
regole in favore al personale che con fatica abbiamo sottoscritto in regione.
Attualmente è morta la contrattazione sindacale regionale, non viene convocata una
riunione sindacale da numerosi mesi, cosi’ come non vengono convocate le
commissioni arbitrali regionali nei confronti delle Direzioni che violano i diritti del
personale, viene chiesto pero’ saltuariamente alle OO.SS. di comunicare i nominativi
dei membri di tale organo quasi come sfottò.
Noi auspichiamo che il 2023 possa essere l’anno della rinascita nell’insegna del
rispetto delle regole e dei diritti ed auspichiamo possa davvero essere garantita l’
assegnazione dei Comandanti e dei Direttori titolari in tutti gli Istituti della Sardegna.
Auspichiamo sia anche l’anno dell’assegnazione del nuovo Provveditore con la
speranza abbia voglia di lottare con noi per riportare la legalità amministrativa in tutti
gli Istituti e permettere pari opportunità a tutto il personale di Polizia Penitenziaria in
Sardegna,. La gestione scellerata, inadeguata e fallimentare di alcune Direzioni va
immediatamente fermata , inizieremo l’anno continuando a denunciare queste gravi
situazioni.

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