Carceri, la denuncia della UIL: gravi difficoltà in tutti gli Istituti

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Carceri. Cireddu: se la classe politica in questi anni ha letteralmente ignorato le
problematiche del personale di Polizia Penitenziaria in Sardegna, i vertici
dell’Amministrazione sono addirittura riusciti a peggiorarne le condizioni lavorative


La situazione ormai è diventata insostenibile, la scelta politica è ormai chiara, sono
stati creati enormi istituti dove sono stati allocati detenuti appartenenti ad
associazioni criminali italiane ed estere, capi mafia ed altri ristretti che, seppur
all’esterno avessero una pericolosità criminale minore rispetto a quelli citati, sono stati
comunque trasferiti in Sardegna perchè nella penisola hanno messo a ferro e fuoco
intere sezioni detentive, di conseguenza sono risultati ingestibili. Di riflesso ci
aspettavamo la massima attenzione da parte delle Istituzioni e della classe politica per
la risoluzione delle problematiche sorte durante l’apertura dei nuovi Istituti ed invece
siamo addirittura costretti a segnalare un peggioramento drastico.
Servono interventi concreti, solo per citare alcune problematiche ancora irrisolte, le
aggressioni a danno degli Agenti continuano inesorabili, 5 soli Direttori sono costretti
a Dirigere 10 Istituti (una follia) , non e’ ancora stato assegnato un Comandante
titolare negli Istituti di Sassari e Nuoro, i piantonamenti dei detenuti negli ospedali
esterni si continuano ad espletare in spazi di fortuna , spesso stazionando nei corridoi
ed esponendo pazienti ed operatori a gravi rischi per la propria incolumità.
Se negli anni non c’è mai stato un assessore alla sanità che abbia preso in carico e
risolto questa grave anomalia, dai vertici dell’Amministrazione centrale, non solo non
è mai arrivato nessun intervento ma quelle poche e blande disposizioni per prevenire
ed arginare le aggressioni a danno dei Poliziotti hanno solo spostato il problema da
un Istituto ad un altro. Ad ogni modo non rappresentano di certo la soluzione al
problema, ed e’ emblematico il fatto che addirittura spesso vengono disattese dagli
stessi vertici che hanno emanato la disposizione.
Tutto questo la dice lunga sull’autorevolezza e la capacita’ di risoluzione delle
problematiche da parte dei palazzi romani, dove tra l’altro continuano a stazionare
quelle figure apicali e dirigenziali che in Sardegna servirebbero come il pane.
Anche la gestione dei vertici locali degli istituti purtroppo lascia a desiderare, le
Direzioni sembra infatti mettano il massimo impegno per negare i diritti
costituzionalmente garantiti al personale ed ad aggirare, con squallidi sotterfugi, gli
accordi stipulati con i rappresentanti dei lavoratori. Dobbiamo infatti combattere
quotidianamente anche per ottenere il rispetto di chi partecipa agli interpelli interni ed
acquisisce il diritto di subentrare in un incarico ambito, in questo caso alcuni Direttori
riescono ad escogitare ed ad utilizzare ogni cavillo burocratico per negare diritti
sacrosanti ma trovano puntualmente l’azione sindacale che mette a nudo e blocca
ogni violazione a tutela del personale. Intanto il personale continua a fronteggiare in maniera encomiabile le varie difficoltà, ma il numero esorbitante di eventi critici come i tentativi di suicidio , gli
autolesionismi, le proteste , la carenza organica , vengono drammaticamente acuite
dall’emergenza sanitaria che continua a mettere a dura i nostri Poliziotti.
Il segretario generale della Sardegna

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