Una visita inaspettata e non annunciata (almeno ai rappresentanti della Polizia Penitenziaria) quella del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Francesco Basentini. Si è recato presso il carcere sassarese di Bancali dove ha convocato i Direttori ed i Comandanti della Sardegna per un incontro volto ad analizzare le dinamiche degli Istituti penitenziari.
Il commento del segretario generale della Sardegna della UIL Pa Polizia Penitenziaria Michele Cireddu: ”Accogliamo con favore la visita del Capo del Dipartimento ma ancora una volta ci delude la mancanza di considerazione verso i rappresentanti dei lavoratori. Congiuntamente abbiamo chiesto una convocazione per esporre le reali difficoltà che il personale di Polizia Penitenziaria deve affrontare quotidianamente, avremmo gradito che la convocazione fosse stata un atto spontaneo ed invece non ha stabilito nessun incontro. Crediamo sia un occasione persa per il personale ma per lo stesso Capo del Dipartimento!
Siamo sicuri però che avrà avuto modo di constatare che gli Istituti di Sassari, Mamone, Lanusei, Isili, Is Arenas, sono privi di un Direttore in pianta stabile, e gli Istituti di Sassari e Mamone anche di un Comandante titolare, avrà notato anche che negli aeroporti non c’è un Ufficio logistico idoneo per allocare i detenuti durante le traduzioni, (quello di Cagliari Elmas andrebbe chiuso e andrebbe denunciato chi ha avuto l’idea di consegnare tale vergogna logistica). Sarà inoltre rimasto sconcertato quando avrà constatato di persona che negli ospedali cittadini non è previsto un repartino detentivo ospedaliero ed il personale è costretto ad allocare i detenuti con altri pazienti, trovando spazi di fortuna nei corridoi per garantire il controllo, mettendo così a repentaglio la sicurezza pubblica, (scandaloso il fatto che a Cagliari il repartino sia stato costruito e mai consegnato).
Avrà inoltre certamente constatato che in Sardegna continuano a pervenire i detenuti che nelle altre regioni si sono rivelati ingestibili e di contro il personale sardo è costretto a lavorare senza nemmeno gli elementari strumenti di sicurezza, così come avrà notato che non prevedere dei distaccamenti dei nuclei cinofili negli Istituti di Cagliari e Sassari, considerato l’enorme quantità di sostanze stupefacenti che vengono rinvenute è un clamoroso auto-goal.
Avrà infine portato delle soluzioni per consentire il pagamento degli straordinari arretrati, dei buoni pasto, delle missioni che si continuano ad accumulare così come immaginiamo, avrà mostrato rammarico quando avrà constato che spesso il personale di Polizia Penitenziaria è costretto ad anticipare i soldi delle missioni sapendo che rivedrà le cifre anticipate dopo mesi se non anni.
Auspichiamo che questa visita sia foriera di interventi concreti e non sia l’ennesima passerella infruttuosa.
Il Governo a suo tempo aveva scelto la Sardegna per trasformarla in una “grande Asinara” dove costruire enormi Istituti che potevano contenere un numero di detenuti che andava oltre le reali necessità della regione.
Nel silenzio della politica regionale, tranne alcuni coraggiosi temerari, il progetto è diventato realtà, si è verificato infatti l’ arrivo negli Istituti di diversificate forme di criminalità italiane ed internazionali di cui il personale sardo ha dovuto studiare i comportamenti a cui non era abituato sino ad allora ed ha saputo improntare le contromisure dimostrando grande capacità. Ci piacerebbe quindi che anche il Capo del Dipartimento sappia almeno risolvere le annose problematiche che limitano e rendono proibitive le condizioni lavorative.”