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Caritas diocesana di Cagliari. La scommessa di Don Marco Lai: il recupero di terre abbandonate e l’occupazione giovanile

Sardegna: insieme contro povertà, crisi demografica e climatica

La scommessa di don Marco Lai, parroco di Sant’Eulalia e direttore della Caritas diocesana di Cagliari, passa anche attraverso il recupero di terre abbandonate e la promozione di reti solidali per favorire l’occupazione giovanile nelle aree rurali.

Testimoni del Vangelo, ogni giorno ci offrono il loro tempo, ascoltano le nostre difficoltà e incoraggiano percorsi di ripresa. Sono i nostri sacerdoti che si dedicano a tempo pieno ai luoghi in cui tutti noi possiamo sentirci accolti e si affidano alla generosità dei fedeli per essere liberi di servire tutti.

 “Il sacerdote per svolgere il proprio compito ha bisogno di sostegno e supporto per vivere una vita decorosa – sottolinea il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – Le offerte rappresentano il segno concreto dell’appartenenza ad una stessa comunità di fedeli e costituiscono un mezzo per sostenere concretamente tutti i sacerdoti, dal più lontano al nostro. I nostri sacerdoti hanno bisogno della vicinanza e dell’affetto delle comunità. Oggi più che mai ci spingono a vivere il Vangelo affrontando le difficoltà con fede e generosità, rispondendo all’emergenza con la dedizione”.

E a ricostruire il tessuto comunitario e produttivo della periferia rurale sarda ci pensa don Marco Lai, parroco di Sant’Eulalia e direttore della Caritas diocesana, impegnato nel tentativo di fare rete e arginare lo spopolamento che negli scorsi anni ha determinato una fuga senza precedenti in una regione che detiene, secondo dati Istat, uno dei tassi di natalità più bassi a livello nazionale nel 2020 (5,1 per mille) e in calo rispetto al 2019 (5,5 per mille). Elementi statistici che segnalano una profonda crisi economica e occupazionale confermate da una contrazione media della popolazione dell’1,4% tra il 2019 e il 2020. E le proiezioni sul futuro rischiano di non essere incoraggianti. Per queste ragioni la Chiesa ha deciso di moltiplicare gli sforzi e di agire su più fronti. 

“Il progetto Gerrei nasce dall’ascolto di un grido d’aiuto che arriva dalla periferia più estrema – spiega don Marco Lai a Manuela Borraccino nel filmato “Sardegna: insieme contro povertà, crisi demografica e climatica” che si può vedere al link https://www.unitineldono.it/le-storie/sardegna-insieme-contro-poverta-crisi-demografica-e-climatica/ – l’Arcidiocesi ha accolto questo allarme e ha poi incaricato la Caritas di dedicarsi alle questioni giovani e lavoro, particolarmente intrecciate, attraverso un’impresa sociale che si dedicasse a questi temi”.  

Un’iniziativa che nasce nell’ambito dell’Impresa sociale “Lavoro Insieme”, realizzata dalla Caritas diocesana di Cagliari e dalle sue Fondazioni con un capitale sociale di 10mila euro all’indomani della Settimana sociale dei cattolici del 2017 e che ha generato 50 posti di lavoro. Al suo interno si colloca il “Progetto Gerrei”, una rete di 24 piccoli imprenditori di prodotti alimentari locali, sindaci, parroci, partner istituzionali, che prende il nome dall’omonimo territorio caratterizzato dalla macchia mediterranea. 

Un’iniziativa che la Caritas di Cagliari ha avviato in questi ultimi quattro anni come opera emblematica dell’attenzione della diocesi all’economia circolare e alla salvaguardia delle periferie.

Obiettivo principale la valorizzazione dei giovani e del lavoro libero, creativo, partecipato e solidale, dei prodotti locali: dal pecorino al pane pistoccu, dai malloreddus al mirto.

Il progetto si snoda in un’area, attraversata da altopiani e colline, che comprende nove comuni, tra cui Ballao, paese natale di don Marco che qui è stato ordinato sacerdote nel 1982. Per lui la Caritas diocesana di Cagliari è una seconda casa: ne è stato direttore per un biennio nella metà degli anni Novanta e poi è stato nuovamente chiamato a dirigerla nel 2004. 

Don Marco Lai sa che la presenza della chiesa cagliaritana sul territorio è fondamentale. Lo conferma anche Chicco Frongia, sindaco di Ballao, spiegando che “tutte le nostre comunità stanno vivendo una fase critica di spopolamento, per arginare questo fenomeno dobbiamo coinvolgere tutte le forze che sono sensibili”. E così si riparte dalla valorizzazione del territorio per mirare allo sviluppo sostenibile – dopo gli anni delle miniere e dell’industria chimica – seguendo il filo tracciato dall’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Una rete di piccoli produttori, coltivatori e artigiani sostenuti anche dai ricercatori dell’Agenzia regionale della Sardegna per l’agricoltura (Agris) e dell’ente Laore: i primi hanno messo a punto un progetto di resilienza ai cambiamenti climatici per rafforzare la filiera solidale del grano duro, con il passaggio dai fertilizzanti chimici a un concime organico che tutela le proprietà delle farine più integrali nella produzione di questi tipi di pane e di pasta promossi dopo un anno di sperimentazione terapeutica dall’Università di Cagliari per la prevenzione e cura del diabete mellito (DM2), della celiachia e dei tumori dell’apparato digerente; i secondi promuovono i processi di produttività e di controllo della qualità di formaggi, mirto, olio d’oliva, miele.

La scommessa unica nel suo genere intrapresa dall’arcidiocesi di Cagliari abbraccia terre, persone, salute ed ecosostenibilità. Una fitta tela ispessita di identità, coscienza ambientale, rispetto e promozione del territorio per sostenere un rilancio che passa soprattutto da una condivisione d’intenti. “Da soli non si va da nessuna parteconclude don Marco -, bisogna costruire delle reti per permettere a un territorio dimenticato e abbandonato di trovare dei segnali di ripresa”.  

Questa è solo una delle tantissime storie di salvezza e aiuto portate avanti sul territorio da sacerdoti, impegnati in prima linea, e dalle loro comunità. I sacerdoti sono sostenuti in queste opere dalle offerte liberali dedicate al loro sostentamento.

Nel sito www.unitineldono.it è possibile effettuare una donazione ed iscriversi alla newsletter mensile per essere sempre informati su storie come queste che, da nord a sud, fanno la differenza per tanti. 

Le Offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, sono espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani: dal proprio parroco al più lontano.  Nate come strumento per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, le offerte raggiungono circa 33.000 sacerdoti al servizio delle 227 diocesi italiane e, tra questi, anche 300 sacerdoti diocesani impegnati in missioni nei Paesi del Terzo Mondo e 3.000 sacerdoti, ormai anziani o malati, dopo una vita spesa al servizio agli altri e del Vangelo. L’importo complessivo delle offerte nel 2020 si è attestato sopra gli 8,7 milioni di euro rispetto ai 7,8 milioni del 2019. È una cifra ancora lontana dal fabbisogno complessivo annuo necessario a garantire a tutti i sacerdoti una remunerazione pari a circa mille euro mensili per 12 mesi.

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