Caso Ragusa: condanna confermata a 20 anni per Antonio Logli

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Nuova condanna. Dopo quasi 7 ore di camera di consiglio, la Corte d’assise d’appello di Firenze ha deciso: per la giuria Antonio Logli ha ucciso Roberta Ragusa e ne ha distrutto il cadavere. Confermata la pena del primo grado, cioè 20 anni di reclusione. La decisione è arrivata alle 18, dopo oltre 6 ore di camera di consiglio.
La Corte ha anche confermato per l’uomo l’obbligo di residenza nel comune di San Giuliano Terme e il divieto di allontanarsi dalla provincia di Pisa dalle 21 alle 6. La pubblica accusa aveva chiesto alla Corte invece che, in caso di condanna, fosse disposta la misura di custodia cautelare.
L’udienza è iniziata stamani, 14 maggio, dove si era interrotta lo scorso 28 marzo, cioè con l’intervento del secondo avvocato di Antonio, Saverio Sergiampietri, dopo la lunga esposizione del collega Roberto Cavani di quasi un mese fa. La Procura non ha voluto replicare, mentre lo hanno fatto le parti civili. E’ seguito l’ultimo intervento di Cavani, con poi la camera di consiglio partita alle 11.30.

Il verdetto negativo per Logli sarà impugnato in Cassazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il giorno della verità giudiziaria sul caso Roberta Ragusa è cominciatointorno alle 10 di questa mattina. Quando Logli si è presentato in aula accompagnato dal figlio Daniele. A marzo il ragazzo aveva scritto una lettera, depositata in cancelleria, in cui sosteneva il padre rivendicandone l’innocenza. A palazzo di Giustizia anche le cugine di Roberta Ragusa. L’ultima udienza del processo d’appello si è aperta con l’arringa di uno dei due difensori di Logli. La difesa ha puntato tutto sull’inattendibilità dei due super testimoni. Poi, intorno alle 11.15, i giudici si sono ritirati in camera di consiglio.  “Daniele – ha detto la cugina di Roberta Ragusa, Maria, riferendosi al figlio di Roberta Ragusa – non crede che il padre sia colpevole e che la mamma sia andata via”. “Bisognava ricercare la verità insieme e lui sa come io la pensi su questa faccenda. La vittima è Roberta, non lo dimentichiamo. C’è chi pensa ancora che si sia allontanata”. “Daniele avrebbe dovuto costituirsi parte civile”, ha concluso la donna.

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