Roma. Mimmo Lucano potrà tornare a casa, la Corte di Cassazione ha riconosciuto che il sindaco di Riace “non ha frodato nessuno, ha unicamente agito in nome della solidarietà”. A sostenerlo Maurizio Acerbo e Stefano Galieni, segretario nazionale e responsabile Immigrazione di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea.
Per la Cassazione non ci sono indizi di “comportamenti fraudolenti” che Lucano avrebbe “materialmente posto in essere” per assegnare alcuni servizi”. Tra questi quello della raccolta di rifiuti assegnato a due cooperative. Le delibere e gli atti di affidamento, si legge nelle motivazioni depositate oggi e relative all’udienza che lo scorso 26 febbraio si è epilogata con annullamento con rinvio del divieto di dimora a Riace, “sono stati adottati con collegialità con i prescritti pareri di regolarità tecnica e contabile da parte dei rispettivi responsabili del servizio interessato”.
I giudici di piazza Cavour ravvisano elementi indiziari a carico di Lucano per il suo essersi speso a favore della permanenza in Italia della sua compagna Lemlem Tesfahun, eppure si deve considerare in questo caso “la relazione affettiva” che va considerata, assieme alla condizione di incensurato di Lucano, prima di decidere nuovamente per il mantenimento del divieto di dimora. L’udienza è aggiornata al 4 aprile.
“Il mio auspicio è che ci sia giustizia”. Lo ha detto Domenico Lucano, sindaco sospeso di Riace alla trasmissione Circo Massimo su Radio Capital intervenendo dopo che sono state rese note le motivazioni della Cassazione relative all’udienza che lo scorso 26 febbraio si è conclusa con l’annullamento con rinvio del divieto di dimora a Riace, la cittadina calabrese diventata un simbolo per l’accoglienza dei migranti. “Ora mi aspetto con tutto il cuore che il divieto di dimora possa cadere”, ha aggiunto. (Rainews)