CeDAC, Teatro Ragazzi: “Io, Andersen” di e con Marco Nateri

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Il fascino delle fiabe di Hans Christian Andersen rivive sulla scena con “Io, Andersen” (produzione del Teatro del Segno e Il Crogiuolo), uno spettacolo scritto, diretto, illustrato e interpretato da Marco Nateri, costumista e scenografo di fama internazionale, in cartellone, giovedì 1 febbraio alle 9.30 e alle 11 e venerdì 2 febbraio alle 10.30 al Teatro Massimo di Cagliari sotto le insegne della Stagione di Teatro Ragazzi 2023-2024 organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.

Un incantevole e raffinato omaggio al celebre poeta e scrittore danese, con la pièce originale ispirata alla sua vita e alle sue opere, dove s’intrecciano teatro di narrazione e teatro di figura, tra voli di rondini e fragili teiere, soldatini innamorati e anatroccoli che si scoprono cigni: sotto i riflettori insieme con Marco Nateri, nei panni del protagonista, l’attrice e incisora Anna Paola Marturano, creatrice delle delicate silhouettes che si animano in un gioco di luci e ombre.

Io, Andersen” – con le voci fuori campo di (in ordine alfabetico) Rita Atzeri, Lucia Bendia, Maria Grazia Bodio, Stefano Ledda, Evelina Nazzari, Alessandro Pala Griesche, Blas Roca Rey, Monica Rogledi e Monica Zuncheddu, oltre che dei piccoli Aura Camba e Edoardo Zoccheddu, con i costumi di Marita Balasz e i movimenti coreografici a cura di Luigia Frattaroli – è un viaggio tra le storie fantastiche inventate dall’artista che fin da ragazzo trascorreva il tempo a contatto con la natura, intento a sognare a occhi aperti.

La fiaba di “Mignolina” e quella de “Il brutto anatroccolo”, l’amore per una ballerina di carta e le avventure de “L’intrepido soldatino di stagno”, il segreto de “L’acciarino magico”, e ancora il fuoco che illumina il viso e riscalda il cuore de “La piccola fiammiferaia” e la tragicomica vicenda de “I vestiti nuovi dell’imperatore” ma anche il racconto de “La teiera” riaffiorano dalle pagine dei libri per approdare sulla scena mentre un giovanissimo Hans Christian Andersen si diverte con un teatrino di carta. “Io, Andersen” rappresenta implicitamente un invito alla lettura e in particolare a riscoprire le decine e decine di favole ispirate al regno della natura come alla vita quotidiana degli abitanti delle piccole e grandi città, dove animali e oggetti riflettono pensieri e sentimenti umani e la dimensione realistica si trasfigura in poesia.

Nella sala buia si fa silenzio ed ecco che «Entra il signor Andersen col suo cilindro e la sua scatola di tesori, una scatola contenente carta colorate di ogni tipo, forbici, sagome per raccontare le avventure di tanti personaggi» come scrive nella presentazione Marco Nateri. E mentre risuonano «le vicende della piccola fiammiferaia, di un imperatore che voleva dei nuovi vestiti, di un gran pesce dalla cui bocca mostruosa appare il soldatino innamorato…» si svolge il meraviglioso gioco del teatro, dove «Andersen con un semplice movimento farà danzare rondini e farfalle… farà divenire un chicco d’orzo un grande fiore profumato e colorato». Finalmente lo spettacolo inizia, con un ultimo invito: «Si spenga la luce per ammirare le ombre!».

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