Celebrazione 4 Novembre, Sardegna chiama Sardegna: “Giornata inutile e costosa”

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«Oggi per noi non è una giornata di festa. Questa celebrazione non è soltanto inutile e colpevolemente costosa – a fronte delle tante necessità sociali -, ma ostenta una cultura militarista e nazionalista che appare come una vera e propria provocazione in un’Isola che ha pagato più di tutti la Prima Guerra mondiale in termini di perdite, e che oggi è gravata dall’esorbitante presenza delle servitù militari dove si svolgono esercitazioni inquinanti sul piano della salute e della salvaguardia ambientale. Esercitazioni di cui è stata protagonista in passato l’Aeronautica israeliana, a dimostrazione di una solida complicità fra lo Stato italiano e lo Stato israeliano. 

Siamo scesi in piazza, dunque, non solo per opporci a una retorica patriottica che non rende giustizia ai caduti e che risulta cieca di fronte ai mali economici e sociali generati dalla guerra, ma per denunciare l’odierna occupazione militare della Sardegna, rivendicando lo stop alle esercitazioni, la progressiva dismissione dei poligoni e delle basi militari, la necessità di bonifiche e di nuove opportunità occupazionali e di sviluppo per i territori. 

Infine, abbiamo preso parte ai cortei per dire a gran voce che la Sardegna non vuole essere in alcun modo complice col massacro dei palestinesi, perpetrato in queste settimane con inaudita violenza da parte dello Stato israeliano, che continua a ricevere un sostegno dal Governo italiano.»

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