Chimica Verde Porto Torres, Filctem e Cgil fiduciosi per il futuro

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“Si apre uno spiraglio importante sulle prospettive della chimica verde a Porto Torres con l’impegno della Regione di rimettere al centro dell’attenzione l’attuazione del protocollo siglato sotto l’egida del Governo nazionale nel 2011”: è il commento di Cgil e Filctem regionali e territoriali al termine dell’incontro di stamattina a Sassari con la presidente Todde e l’assessore Cani nel quale è stato sottoscritto un accordo istituzionale tra i Comuni di Sassari, Alghero e Porto Torres, la Provincia/Città metropolitana, Cgil, Cisl, Uil regionali e territoriali, Consorzio industriale provinciale e Confindustria Centro Nord Sardegna.

Il sindacato sottolinea “le responsabilità di Eni Versalis nel vergognoso ritardo nell’attuazione di quel protocollo che avrebbe dovuto dare concretezza alla riconversione industriale dello stabilimento chimico di Porto Torres”, e chiede con forza al Governo la convocazione urgente della Cabina di regia prevista già dal 2011 e indispensabile a fare il punto sul progetto complessivo che oggi, in questa fase di transizioni, è quanto mai attuale.

“Apprezziamo l’impegno della Regione che nel corso dell’incontro si è detta favorevole alla riconversione energetica del territorio anche attraverso l’arrivo del metano”, hanno detto Cgil e Filctem sottolineando l’urgenza che il ministro Pichetto Fratin licenzi ufficialmente il nuovo decreto energia su cui la Regione ha già dato le sue indicazioni.


Nel frattempo, la firma dell’accordo istituzionale di oggi rappresenta un passo avanti: “La mancata realizzazione su scala industriale degli impianti – si legge nel testo – produce una debolezza economica e organizzativa che può generare perdite alla stessa impresa e al contempo ridurre la possibilità che si sviluppino nuovi investimenti, nuove produzioni e, con queste, la complessiva crescita del territorio”.


Da questo presupposto deriva l’assunzione da parte di tutti i soggetti coinvolti dell’impegno affinché si realizzi una nuova fase da attuare attraverso “un accordo di programma o comunque uno strumento pattizio e legislativo, che produca obblighi esigibili e non meri impegni subordinati al volere di altri o terzi”.


E ancora: “Questa nuova fase deve partire dall’imprescindibile presupposto che veda i futuri investimenti volti alla realizzazione di impianti su scala industriale, con produzioni di 100.000 – 120.000 tonnellate all’anno e deve prevedere investimenti, in qualità e valore, equivalenti a quelli indicati nel 2011”.


Intanto, lunedì 10, anche Cgil e Filctem Sardegna parteciperanno alla mobilitazione a Roma organizzata sotto il ministero delle imprese e del made in Italy per contrastare la volontà di Eni, che vorrebbe sottoscrivere, con l’avallo del Governo, un accordo per la chiusura degli impianti di Cracking a Brindisi e Priolo determinando la fine della chimica di base in Italia. Da qui ha origine anche la preoccupazione che Eni voglia disattendere i suoi impegni anche in Sardegna

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