Coldiretti Cagliari a Regione: cresce preoccupazione sul sistema idrico del Sud Sardegna

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Un Tavolo Permanente inter-istituzionale, con la partecipazione della Regione, del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale (CBSM) e delle organizzazioni professionali agricole, per coordinare e accelerare il piano di interventi infrastrutturali del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale contenuto in un dossier presentato dallo stesso ente di bonifica. Lo chiede Coldiretti Cagliari che, accogliendo favorevolmente il lavoro prodotto dal Consorzio ha inviato una lettera agli assessori dell’Agricoltura e dei Lavori Pubblici, Gian Franco Satta e Antonio Piu, sottolineando l’importanza di sostenere il piano attraverso un tavolo condiviso che coinvolga tutti i soggetti rappresentativi. L’obiettivo è quello di garantire una gestione efficiente e sostenibile delle risorse idriche nel territorio e attivare tutta una serie di azioni per tamponare le emergenze e sostenere le aziende agricole in questo momento di difficoltà.

Anche perché cresce di giorno in giorno la preoccupazione di Coldiretti Cagliari per una situazione invasi nel Sud dell’isola che continua a essere deficitaria. Questa, unita alle ataviche difficoltà di gestione del sistema generale e alla mancanza di alcune infrastrutture strategiche, sta colpendo in modo pesante le aziende agro-pastorali del territorio, rendendo sempre più fosco il prossimo futuro. Il documento presentato alle associazioni di categoria dal CBSM evidenzia non solo gli interventi strategici necessari su opere importanti per migliorare la governance del sistema idrico nel Sud Sardegna, ma dipinge un quadro a tinte fosche sul sistema idrico attuale che non è cambiato rispetto alle recenti piogge cadute nel Sud Sardegna che non son state tali da condurre il territorio fuori dalla crisi idrica che si porta dietro da oltre un anno.

Nonostante la provincia di Cagliari sia ancora molto vitale sul fronte agricolo, infatti, si è attivato negli anni un trend di calo di alcuni fattori che, se non invertiti attraverso queste politiche di programmazione e di pronto intervento durante le crisi, si rischia di disperdere una parte cospicua del patrimonio economico del territorio legato al mondo agro-pastorale. I numeri registrati in questi ultimi 10 anni nel territorio mostrano, infatti, una perdita di circa 1.200 ettari di superficie agricola utilizzata (oltre 346 mila ettari del 2010 contro i poco più di 345 mila nel 2020 (Elaborazione Coldiretti Cagliari su dati Istat)). Calato anche il numero di aziende totali, passate nel Sud Sardegna dalle 23.304 nel 2010 alle 16.629 del 2020 (6.675). Numeri non strettamente connessi alla sola difficoltà di gestione idrica ma questa rappresenta comunque un elemento molto rilevante in questo trend da contrastare.

Il Tavolo permanente permetterebbe, dunque, di attivare un’azione strategica per supportare il Consorzio di Bonifica che sta programmando i numerosi interventi infrastrutturali proposti nel dossier. Non solo, attiverebbe sia una pianificazione di programmi e azioni di medio-lungo termine che misure straordinarie contro gli effetti della crisi idrica. Perché, come sottolineato da Coldiretti Cagliari nella missiva alla Regione “per affrontare il cambiamento climatico serve una task force coordinata che dia sostegno immediato alle imprese. È emblematico, infatti, che nel 2024 in piena crisi idrica e nonostante la mobilitazione di Coldiretti con migliaia di agricoltori in protesta nelle strade dell’isola, ancora siamo in attesa di risposte fattive dalle istituzioni”.

La mancanza d’acqua “rende ancora evidenti le carenze del sistema di gestione delle risorse idriche – evidenzia Giorgio Demurtas, presidente di Coldiretti Cagliari – con milioni di metri cubi d’acqua dispersi ogni anno a causa di condotte colabrodo e una mancanza di interconnessioni tra gli invasi”. Una mala gestione idrica che “si ripercuote drammaticamente sulle aziende agricole, causando perdite di reddito familiare e favorendo l’abbandono delle campagne, un fenomeno già preoccupante in Sardegna – aggiunge il neo direttore, Giuseppe Casu – il settore agricolo, già provato dalla crisi economica e dai cambiamenti climatici, si trova ora ad affrontare sfide ancora più complesse. Non intervenire significherebbe accelerare la perdita delle economie rurali, che svolgono un ruolo cruciale nel presidio del territorio contro fenomeni come gli incendi e lo spopolamento”.

Secondo Demurtas e Casu, in questo “servono interventi strutturali e mirati come la ristrutturazione delle reti idriche, il recupero delle acque reflue e la costruzione di un piano invasi, dotati di sistemi di pompaggio, che permetterebbe non solo di assicurare l’approvvigionamento idrico durante i periodi di siccità, ma anche di ridurre gli effetti devastanti delle piogge e degli acquazzoni sempre più intensi”. Il tutto in un’ottica di rafforzamento del ruolo dei Consorzi di bonifica che hanno dimostrato la loro efficacia nel garantire una tenuta delle colture grazie a una irrigazione capillare. In Sardegna, la scarsità d’acqua è acuita da fenomeni climatici estremi: precipitazioni sempre più concentrate e irregolari rendono indispensabile una gestione flessibile e moderna degli invasi. Coldiretti chiede la creazione di interconnessioni tra bacini idrici per distribuire l’acqua dove è più necessaria, evitando che piogge abbondanti in alcune aree lascino invasi pieni mentre altri restano vuoti.

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