“Adeguare i trattamenti minimi di pensione al 40 per cento del reddito medio nazionale” è una delle richieste che arriva da Coldiretti Ferpensionati che ha stilato un vedemecum per il dopo pandemia riassunto in tre punti: salute, servizi di assistenza e disabilità; invecchiamento attivo e inclusione; reddito e potere di acquisto.
“La pandemia – secondo Coldiretti Federpensionati – ha messo in rilievo l’inadeguatezza del nostro sistema sanitario, ma ha anche evidenziato carenze macroscopiche nell’assistenza sociale e territoriale, in cui ad essere colpiti sono state soprattutto le persone più fragili”.
Secondo le elaborazioni Coldiretti su dati del sistema di sorveglianza integrata Covid 19 i decessi causati dal Covid riguardano gli ultra 65enni per il 91,1%, dato che arriva al 98,9 per cento abbassando l’età agli ultra cinquantenni.
“Le conseguenze economiche e sociali per le famiglie, per le imprese e per il Paese sono state disastrose – sottolinea il presidente di Coldiretti pensionati Sardegna Gianni Girasole – la ripresa dipenderà dalle politiche che saranno adottate a cominciare dal Recovery Plan, che costituisce l’occasione per fare realizzare importanti riforme strutturali e decisivi interventi nel campo sociale e sanitario oltre che per il rilancio dell’economia”.
Temi che i Senior Coldiretti sardi affronteranno anche domenica prossima, 4 luglio, all’hotel Baia di Nora a Pula, durante il consiglio regionale a cui prenderanno parte il presidente, oltre al presidente e segretario regionale Gianni Girasole e Bruno Murru, il presidente e segretario nazionale Giorgio Grenzi e Lorenzo Cusimano, insieme al professor Marcello Maggio, direttore della clinica geriatrica universitaria di Parma e Luigi Cadeddu dell’assessorato alla Sanità, oltre al sindaco di Pula Carla Medau.
“Dobbiamo trarre insegnamento da quanto successo con il Covid – afferma Girasole – per questo occorre potenziare la sanità pubblica, rilanciare la medicina territoriale e l’assistenza domiciliare. Allo stesso tempo occorre introdurre il nuovo concetto di invecchiamento attivo e inclusione grazie a un nuovo sistema di welfare, assicurando la piena integrazione e partecipazione degli anziani nella società, favorire lo scambio intergenerazionale e prevedendo anche sistemi di prevenzione per lwe truffe e raggiri”.
La Federpensionati di Coldiretti insiste anche su reddito e potere di acquisto. “Negli ultimi anni le pensioni si sono impoverite per questo è necessario adeguare i trattamenti minimi di pensione al 40 per cento del reddito medio nazionale; riformare il meccanismo di rivalutazione annuale calcolata dall’ISTAT e colmare lo svantaggio in fatto di tassazione ai danni dei pensionati”.