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Coldiretti Sardegna. A fianco della Coop Arborea: importante unità della filiera

“Condividiamo appieno la preoccupazione della Cooperativa Latte Arborea e della Cooperativa Produttori Arborea per l’aumento impazzito dei costi di produzione che sta mettendo severamente a rischio tutto il sistema produttivo”. Lo sostiene Coldiretti Sardegna attraverso il presidente e direttore Battista Cualbu e Luca Saba: “un grido di dolore che facciamo nostro, che purtroppo coinvolge tutto il sistema agricolo sardo, ed intorno al quale deve nascere l’unione di tutta la filiera a cominciare dalle stesse istituzioni regionali, alla quale le cooperative si rivolgono”.

Negli ultimi mesi si assiste ad un crescita continua dei costi delle materie prime che stanno rendendo insostenibili i costi di produzione: mangimi (+ 35%), concimi (urea 200%), energia elettrica (80%), gasolio (50%). Prezzi ancora in continua crescita che stanno rendendo insostenibili le aziende agricole e nel caso specifico il sistema cooperativistico di Arborea che dopo anni di gloriosa attività, che ha portato luce e orgoglio a tutta la Sardegna, rischia di precipitare nel precipizio a causa di questi aumenti indiscriminati.  

“Come abbiamo già detto ai dirigenti delle Cooperative – afferma il presidente Battista Cualbu – Coldiretti Sardegna è al loro fianco e faremo tutti i passi nella direzione di sostenere il comparto del latte vaccino che loro rappresentano. È un momento dove serve unità e collaborazione da parte di tutti e soprattutto da parte delle Istituzioni. Se non si interviene in modo immediato si rischia di far chiudere nel silenzio e nell’indifferenza tante stalle sarde. Ma serve anche la collaborazione dei cittadini e consumatori sardi che da oltre mezzo secolo portano tutte le mattine nelle loro tavole i prodotti del Sistema Arborea. Vorremmo che fossero soprattutto loro, con lo stesso orgoglio con cui scelgono di avere il latte sardo nelle loro tavole, ad essere i veri paladini del fatto che il latte debba avere un prezzo che consenta alle stalle di rimanere aperte”.

Secondo Coldiretti Sardegna il protocollo d’Intesa denominato “emergenza stalle” del ministero della Politiche Agricole Stefano Patuanelli, firmato dall’intera filiera, su proposta della Coldiretti, deve partire subito, tagliando i limiti burocratici, e rappresentando un punto di partenza da interpretare e sviluppare territorialmente.

L’accordo di filiera, siglato a novembre e che ha validità fino al 31 marzo prossimo, prevede aumento di 4 centesimi del prezzo minimo del latte alla stalla in Italia (con riferimento alla Lombardia che produce oltre la metà del latte vaccino nazionale) con la grande distribuzione che deve riconoscere un premio “emergenza stalle” che viene corrisposto alle imprese della trasformazione, che a loro volta lo riversano integralmente agli allevatori, sino a 3 centesimi di euro al litro di latte, con una soglia massima di intervento pari a 0,41 euro al litro. Le imprese di trasformazione, incluse le cooperative, si impegnano poi a riconoscere agli allevatori loro fornitori un premio aggiuntivo sino a 1 centesimo di euro al litro di latte, sempre entro la soglia dei 41 centesimi.

“Un accordo di filiera quello del Ministero che dobbiamo declinare in Sardegna coinvolgendo la grande distribuzione parte interessata di questa grave crisi – propone Coldiretti Sardegna con Battista Cualbu e Luca Saba -. Occorre portare ad un tavolo la GDO sarda e chiedere loro di scegliere responsabilmente la Sardegna, andando anche oltre gli impegni  ministeriali. Se tutta la GDO sarda si unisse per dare valore davvero alla filiera del latte, nel rispetto dei consumatori e della dignità degli allevatori, si farebbe un grande servizio all’agricoltura dell’Isola. Dall’emergenza si può uscire con il contributo di tutti, formalizzando un accordo di filiera locale intorno ad un prodotto, il latte sardo, di altissima qualità. La Regione intervenga promuovendo il consumo del latte locale e sia allo stesso tempo garante di un accordo tra grande distribuzione e Cooperazione fissando un prezzo che garantisca una remunerazione del latte sostenibile alla Cooperativa di Arborea, e quindi agli allevatori, costituita da 250 aziende agricole, con un giro d’affari di circa 300 milioni di euro, e un indotto a cui afferiscono circa 3000 famiglie”.

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