Con la conclusione dei lavori di ripulitura e consolidamento, torna allo splendore originario la cappella Cornaro in Santa Maria della Vittoria, chiesa romana carmelitana di proprietà del Fondo edifici di culto (Fec) gestito dal ministero dell’Interno.
Realizzata a metà del 1600 da Gian Lorenzo Bernini, che la definì la sua “men cattiva” opera, è stata sottoposta per la prima volta a un restauro integrale eseguito sotto la direzione e finanziato per un totale di 100 mila euro dalla Soprintendenza speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma guidata da Daniela Porro, con la direzione scientifica affidata a Mariella Nuzzo su progetto di Chiara Scioscia Santoro.
I lavori effettuati sull’opera sono stati presentati oggi pomeriggio e oggetto, ieri, di una conferenza stampa all’interno della chiesa a cui hanno partecipato, tra gli altri, il viceprefetto Concetta Staltari, per il Fondo edifici di culto, e la soprintendente Porro. Tali interventi hanno interessato, principalmente, la rimozione dello smog dalle superfici marmoree, il recupero di stucchi e affreschi che decorano la cappella e il restauro delle vetrate retrostanti la statua della Santa raffigurata nel momento della transverberazione, dalle quali il gruppo scultoreo prende luce e vita.
A giugno 2021 era stata documentata, in un video, la fase di avanzamento dei lavori mostrando, da vicino, gli interventi in corso. I tanti particolari nascosti dal tempo che tornavano alla luce, i dettagli e la struttura del proscenio teatrale realizzato dal Bernini: una nicchia tra coppie di colonne corinzie sovrastate da un timpano con palchetti laterali dai quali si sporgono, come spettatori, otto esponenti della famiglia del cardinale Federico Cornaro che di questo lavoro fu il committente.
Con l’arrivo dei fondi del Pnrr destinati al restauro e alla manutenzione delle oltre 840 chiese di proprietà del Fec «avremo una visione più allargata e più fattiva, per cui si faranno tanti altri interventi di recupero», ha sottolineato il viceprefetto Staltari. Un lavoro, precisa, che sarà sempre svolto in accordo con il ministero della Cultura seguendo un piano di lavoro che verrà rimodulato alla luce delle future disponibilità finanziarie.