Un aggiornamento delle imprese nel sito www.sardegnartigianato.com, portale realizzato dall’Assessorato regionale all’Artigianato.
E’ questa la richiesta della Confartigianato Imprese Sardegna alla Regione per quanto concerne la “vetrina on line” delle numerose produzioni artigianali artistiche d’eccellenza come le ceramiche, i gioielli, l’intreccio, il lapideo, il legno, i metalli lavorati, il pellame, i tessuti e il vetro made in Sardinia.
“E’ necessario che le imprese artigiane regolari, e con i requisiti idonei, possano essere inserite in qualunque momento – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – e non soltanto in occasione di apertura di bandi o chiamate, che possono avvenire anche a distanza di anni”. “Tanti nuovi artigiani, infatti, ci chiedono di poter far parte di questo prezioso sito – continua Matzutzi – e altrettanti vorrebbero aggiornare i loro profili e le fotografie delle loro produzioni perché, ricordiamo, che l’ultima “chiamata” che invitava gli artigiani a proporsi per far parte della “vetrina”, risale a maggio del 2017”.
Il progetto, era funzionale a garantire l’uniformità e la riconoscibilità delle produzioni sarde nonché un adeguato standard qualitativo, raffigurando un importante elemento rappresentativo costitutivo del patrimonio culturale e identitario. Le produzioni inserite nella Vetrina virtuale, inoltre, sarebbero potute essere utilizzate in occasione di esposizioni, eventi, manifestazioni, campagne di comunicazione istituzionali, fiere, mostre, politiche di distribuzione (e-commerce, corner espositivi allestiti nelle strutture ricettive, porti, aeroporti, ecc.) e, più in generale, ai fini della valorizzazione e della promozione dell’artigianato artistico anche quale declinazione del “prodotto” turistico Sardegna. Potevano far parte del portale gli artigiani iscritti all’Albo delle imprese artigiane delle rispettive Camere di Commercio, operativi nell’Isola, autori di manufatti di pregio. Ogni impresa poteva presentarsi attraverso le immagini delle proprie creazioni e tramite una scheda illustrativa del processo produttivo e dalle tecniche di lavorazione, il tutto corredato dalle indicazioni per contattare direttamente l’artigiano o visitare il suo laboratorio
“Nei prossimi giorni sottoporremo questa necessità all’Assessore Regionale all’Artigianato, Gianni Chessa – sottolinea il Presidente di Confartigianato Sardegna – nell’ottica di un ampliamento della “vetrina” e, soprattutto, per offrire opportunità alle imprese e per valorizzare, sempre di più, l’artigianato artistico sardo”.
Secondo recenti dati relativi alle imprese dell’Artigianato Artistico, che emergono dall’analisi effettuata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna per le MPI, con i dati UnionCamere-Infocamere del primo trimestre 2019, in Sardegna sono le 6.850 le imprese artigiane che, con i loro 13.942 addetti, realizzano, prevalentemente con tecniche manuali ad alto contenuto professionale, prodotti di elevato valore estetico. Rappresentando il 19,7% di tutto il comparto artigiano della Sardegna, e il 20% dei dipendenti, l’artigianato artistico riunisce il capitale umano delle imprese che, creando valore economico, culturale e sociale, realizzano prodotti ad alto contenuto identitario ed esprimono la cultura dei popoli, rappresentando simboli delle tradizioni e della creatività. Quotidianamente confezionano abiti e calzature, intagliano il legno e scolpiscono la pietra, modellano l’oro, l’argento e gli altri metalli, scattano fotografie e girano filmati, creano profumi e cosmetici, conciano la pelle e restaurano beni culturali, aggiustano orologi e strumenti musicali.
“L’artigianato artistico – rimarca Matzutzi – costituisce un grande patrimonio culturale ed economico e rappresenta nel mondo l’emblema del gusto, della creatività, dell’unicità del prodotto made in Sardegna”. “Il “fatto ad arte”, per la sua capacità di essere pezzo unico e su misura – conclude il Presidente di Confartigianato Sardegna – è per la nostra regione e la nostra nazione un’enorme risorsa creativa e reattiva contro l’omologazione del gusto indotta dalla globalizzazione e rappresenta la difesa della memoria, dell’identità e della diversità”.