Alimentari, prodotti in legno e metallo, pelletteria, abbigliamento e tessile, mobili e ceramiche ma anche semilavorati lapidei, prodotti chimici, macchinari e attrezzature. Nonostante dazi e instabilità, l’export delle Pmi sarde cresce nei mercati della Lega Arabe (+43.8%) e cala leggermente negli Usa (-0.9%). A certificarlo nei suoi due ultimi report è la Confartigianato Sardegna presieduta da Antonio Matztutzi: “Le notizie che arrivano dal Medio Oriente, dalla sponda sud del Mediterraneo e dagli Stati Uniti di certo non ci fanno dormire sonni tranquilli anche se siamo sicuri che la diplomazia economica stia intervenendo per risolvere le situazioni più problematiche”.
Eppur si muove e appare imprescindibile guardare oltre i mercati nazionali: “Abbiamo bisogno di continuare a lavorare in questi mercati soprattutto nell’agroalimentare, settore con ampi margini di crescita se teniamo in considerazione che l’export dei prodotti sardi rappresenta solo lo 0,6% del valore complessivo delle totale delle esportazioni alimentari made in Italy”.
Nel dettaglio, sui mercati del Medio Oriente, Matzutzi dice: “Da qualche anno la nostra associazione e i suoi artigiani lavorano per dare immediato impulso alla crescita, valorizzare le eccellenze del territorio e sostenere gli sforzi imprenditoriali, attraverso un mix di iniziative di incoming in collaborazione con ICE, progetti di internazionalizzazione con la Regione, collaborazione con Associazioni che hanno rapporti con i Paesi Arabi, partecipazione a fiere selezionate per ogni settore e
infine una grande attenzione alle vendite on line con il nuovo servizio di accompagnamento a siti made in Sardegna”
Sebbene una leggera flessione, il mercato a stelle e strisce continua ad essere coccolato per favorire l’export dei prodotti artigianali sardi: “Mi interessa anche soffermarmi sullo scambio con gli Usa che ha raggiunto, a fine 2017, livelli interessanti. In particolare, per i settori a “trazione” piccole e medie imprese, l’America è il terzo mercato di sbocco dopo Germania e Francia. E’ davanti anche alla
Gran Bretagna, il che pone un grande allert per una possibile guerra commerciale che i dazi americani potrebbero innescare. “
Per Confartigianto, l’export rimane una sfida da raccogliere. “Non possiamo – conclude il numero uno della associazione – sapere ora come evolverà la situazione ma sono certo che è compito della nostra associazione spingere da subito le imprese a puntare su innovazione, qualità e formazione ma soprattutto a trovare nuove vie commerciali, come quelle dell’Oriente o dell’Occidente”