“Termini come sogno e speranza non devono restare confinati alla stagione dell’infanzia”. Così il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia nel suo consueto discorso annuale all’assemblea dell’associazione imprenditoriale che ha preso il via con la visione di un video sul futuro di un bambino che nasce oggi, 22 maggio 2019. E cita Karl Popper: “Il futuro è molto aperto e dipende da noi, da noi tutti”.
Rivolto ad una platea gremita all’Auditorium Parco della Musica di Roma, presenti in prima fila il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed il Premier Giuseppe Conte, il Presidente Boccia, come riportato da Quifinanza.it., ha sottolineato che bisogna costruire “un percorso guidato dalla visione di quello che l’Italia è ma non riesce ancora ad esprimere, e di quello che potrebbe essere se smettesse di rincorrere facili promesse e recuperasse il senso dell’impegno e del sacrificio“.
“Dobbiamo allora agire”, ha affermato il Presidente di Confindustria, ricordando che l’Italia resta “sospesa fra il rischio di un destino declinante e la possibilità di riattivare una piena ripresa”. In un contesto dominato dalla fuga di cervelli, dalla situazione critica del Mezzogiorno e dal divario fra Nord e Sud – ha detto – bisogna garantire un futuro in cui c’è piena occupazione perché “l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro” ed un recupero del reddito pro-capite al top, com’era agli inizi degli anni 2000 (oggi è del 14% inferiore alla media europea).
Non poteva mancare un richiamo anche all’innovazione, oggi confinata ad una nicchia del 20%, alle fabbriche intelligenti, alla sostenibilità ambientale ed allo sviluppo delle energie rinnovabili. L’Italia – ha ricordato Boccia – vanta la seconda manifattura in Europa e la settima nel mondo ed è anche la più virtuosa d’Europa quanto a consumo di fattori.
Occorre trasformare l’Italia – ha detto il Presidente – nello “snodo d’Europa per i flussi commerciali”, sfruttando la sua posizione geografica, e non condannarla ad essere la “periferia” del Continente.
“Più lavoro, più crescita e meno debito pubblico – ha detto – restano gli obiettivi che una sana politica economica deve perseguire”.
Il Presidente ha richiamato i tre Sì che le imprese tutte, lo scorso 3 dicembre a Torino hanno gridato ad alta voce – alla TAV, alle infrastrutture, alla crescita – e l’urgenza di riaprire i cantieri e avviare una stagione d’investimenti pubblici.
“L’oggi è complesso: servono visione e coraggio, Serve sfuggire alla trappola dei tatticismi”, ha denunciato Boccia pur riconoscendo cohe con il Dl Crescita e lo Sblocca cantieri siamo sulla strada giusta.
Sul fronte del contesto, il Presidente ha ricordato rischi ed incertezze che caratterizzano questo momento: la bassa crescita dell’Eurozona, la guerra commerciale ed i rischi geopolitici in Turchia, Argentina e Venezuela che si uniscono ad una “crescita zero” dell’Italia. Di qui l’appello a “liberarci dal peso di parole che inducono alla sfiducia”.
L’Europa – ha detto – è un gigante economico, ma “deve assumere la forza del gigante politico per fronteggiare le sfide che verranno”. La politica economica deve essere ispirata alle tre P – Pace, protezione, Prosperità – ed attuata mediante le riforme e anteponendo le misure per le imprese, l’occupazione e la crescita all’intervento sui saldi.
In vista delle prossime elezioni europee del 26 maggio Boccia afferma “per noi la via è una sola: un’Europa più coesa e più forte” che possa competere con i giganti come Stati uniti e Cina, non fare la competizione al suo interno. Occorre una “gestione condivisa” anche per fronteggiare la sfida dell’immigrazione perché è “impossibile fermare gli arrivi”. E’ necessario – ha detto Boccia – partecipare alla “più grande stagione riformista europea” ed assicurare “più Europa, ma migliore”.
Sul fronte degli investimenti occorre “recuperare il gap accumulato negli anni della crisi”, con un “piano shock per grandi infrastrutture e piccole opere”, perché “le infrastrutture sono parte della precondizione per la crescita”.
Il compito del Governo non sarà facile – ha ammesso – per assicurare le risorse necessarie ad evitare l’aumento dell’IVA ed introdurre la Flat Tax, rispettando allo stesso tempo i vincoli di bilancio importi dal patto di stabilità. Ma “servono responsabilità e ragionevolezza” ed un piano triennale che consenta all’Italia di “trattare con i partner europei un aggiustamento graduale, serio e strutturale (del deficit, Ndr), affiancato da misure per sostenere la difficile fase congiunturale”.
“Possiamo evitare un autunno freddissimo per la nostra economia se costruiamo un programma serrato che faccia radicalmente mutare la percezione sull’immobilità dell’Italia e che ci permetta di affrontare il confronto con i partner europei sul bilancio e sul debito da pari a pari, forti di un progetto credibile e concreto“, auspica Boccia. Per questo Confindustria propone al Governo e alle opposizioni di “collaborare tutti insieme” per impostare una politica economica basata su “realismo e pragmatismo”.
Fra le misure proposte da Confindustria la valorizzazione degli asset, le tempistiche di pagamento dei debiti alle imprese, un recupero di efficienza della PA ed una spending review che tenga conto di meccanismi premiali per i dirigenti più efficienti, ma anche l’accorciamento dei tempi della Giustizia, l’eliminazione del dumping contrattuale, il contrasto all’evasione fiscale e la detassazione totale dei premi.