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Contributo a fondo perduto commercio al dettaglio: ecco i requisiti

A partire dal 3 maggio 2022 (apertura canale ore 12.00) e sino al 24 maggio 2022 (chiusura canale ore 12.00), i contribuenti che rispettano i requisiti di cui all’articolo 2 del decreto Sostegni-ter, potranno presentare domanda – tramite la piattaforma dedicata che sarà resa disponibile sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico – finalizzata all’ottenimento dei nuovi contributi a fondo perduto previsti a favore del commercio al dettaglio. Tra i requisiti richiesti, l’esercizio in via prevalente di un’attività rientrante nel perimetro della norma, ed è proprio dall’analisi dei codici ATECO inclusi nell’agevolazione che emergono alcune sorprese.

In premessa ricordiamo che ai fini del riconoscimento del contributo a fondo perduto commercio al dettaglio è necessario rispettare alcuni requisiti di base, relativi a limiti dimensionali, calo di ricavi caratteristiche soggettive e rispetto delle normative UE, come si seguito precisato:

Dal punto di vista operativo, una prima scrematura dei contribuenti potenzialmente ammessi al beneficio, ancor prima di verificare limiti dimensionali e quant’altro, deve essere effettuata avendo cura di verificare il codice ATECO che, ricordiamo ancora una volta, deve essere quello che identifica l’attività svolta in via prevalente al Registro Imprese, e che deve rientrare nei seguenti:

Dall’analisi dei codici ATECO emerge che la locuzione “contributo a fondo perduto per il commercio al dettaglio” risulta quanto meno semplicistica, posto che molti codici ATECO sono rimasti fuori dalla misura.

Ad esempio, è del tutto escluso il commercio al dettaglio di autoveicoli e motocicli, che non sempre corrisponde a “mega concessionarie” che potevano risultare escluse per limiti dimensionali, e che senza dubbio hanno fortemente risentito degli effetti della crisi economica innescata dalla pandemia.

Altra categoria esclusa del tutto è quella del commercio al dettaglio di prodotti alimentari, probabilmente poiché mai interessata dalle misure restrittive. Resta il fatto che anche in questo ambito sono molti gli esercizi ad aver subito una forte contrazione, senza poter ora accedere ai contributi, anche in presenza del calo di ricavi di almeno il 30% nel 2021 rispetto al 2019.

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