L’emergenza coronavirus si fa sentire anche sul già delicato caso Alitalia. L’azienda infatti ha deciso una nuova procedura di cassa integrazione: durerà altri 7 mesi, coinvolgerà quasi 4mila dipendenti.
La procedura aperta dall’azienda e comunicata ai sindacati, prevede altri sette mesi di Cigs, dal 24 marzo al 31 ottobre, per complessivi 3.960 dipendenti. Nello specifico, si tratta di 1.175 persone – di cui 70 comandanti, 95 piloti e 340 assistenti di volo e 670 del personale di terra – numeri ai quali vanno aggiunti un massimo di altri 2.785 dipendenti per imprevisti legati all’emergenza coronavirus: 143 comandanti, 182 piloti, 780 assistenti di volo, 1680 personale di terra.
“Sulla base di quanto riconducibile alla emergenza coronavirus – si legge nella procedura – sono in questo momento in fase di valorizzazione ulteriori iniziative e programmi emergenziali che possono richiedere l’urgente e indifferibile attivazione di ulteriori quantitativi di Cigs”.
I numeri saranno oggetto della trattativa con i sindacati, che già si preparano a dare battaglia. “Respingiamo ogni ipotesi di cassa integrazione per circa 4mila lavoratori”, avvertono il Segretario Nazionale della UGL-Trasporto Aereo, Francesco Alfonsi e il Segretario Nazionale della Filt Cgil, Fabrizio Cuscito, che definiscono questi numeri “assolutamente inaccettabili e immotivati nonostante il coronavirus”.
La situazione preoccupa ancora di più, se si considerano anche i 1.500 dipendenti di Air Italy in liquidazione: di fatto ci sono “5500 i lavoratori che rischiano il posto di lavoro nel trasporto aereo italiano in meno di un mese”, aggiunge Cuscito, che chiede l’intervento del governo e conferma lo sciopero di tutto il settore del 2 aprile, che rischia a questo punto di essere “il primo di una lunga serie”. L’attuale Cigs, che scade il 23 marzo, interessa complessivamente 1.020 persone.
Intanto c’è attesa per il nuovo bando di gara messo a punto dal commissario Giuseppe Leogrande e dal direttore generale Gianfranco Zeni. Il bando potrebbe prevedere la vendita a ‘spezzatino’ cioè tre asset, volo, manutenzione e handling, oppure un lotto unico. Il bando definirà anche la tempistica dell’iter per arrivare pronti al termine del 31 maggio. Il futuro acquirente di Alitalia non dovrà sobbarcarsi la restituzione degli 1,3 miliardi di prestito ponte, che rimarranno in carico alla bad company. (Rainews.it)