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Coronavirus – Distanziamento sociale e isolamento domiciliare, ancora insufficienti

Il distanziamento sociale e l’isolamento domiciliare sono misure fondamentali nella lotta al contagio del Coronavirus.

Metodi di comportamento che in Cina hanno funzionato benissimo, perchè attuate in maniera precisa e rigorosa, sì da risultare la migliore e più efficace arma di contenimento dell’epidemia.

In particolare, il principio dell’isolamento domiciliare va inteso nel senso che non si dovrebbe uscire di casa (possibilmente mai, compatibilmente con le esigenze del lavoro) per due ordini di motivi: per proteggere se stessi dagli altri portatori (eventuali) di virus, ma soprattutto perchè ognuno di noi è veicolo (potenziale) di contagio, atteso che il virus non cammina con le proprie gambe ma utilizza subdolamente ogni persona come mezzo per dilagare a macchia d’olio.

Questa del resto, era la ratio ispiratrice della misura posta in campo dal Governo con il Dpcm del 9 marzo. Ormai tutti dovrebbero averlo compreso, perchè i virologi lo hanno spiegato e continuano a ripeterlo a chiare lettere tutti i giorni sui media.

Dovrebbero ma in realtà non è così, perchè nonostante tutto, dopo nove giorni, questo forzato isolamento sembra non essere stato compreso, perlomeno non da tutti, perchè c’è ancora troppa gente in strada.

Ci sono foto sui giornali che mostrano tantissime persone fuori di casa, al nord come nel sud Italia; ecco quindi che molti amministratori locali sono stati costretti, motu proprio, a decidere restrizioni di accesso pedonale ad aree di propria competenza territoriale: a Roma, Milano, Bari, Verona sono chiusi i parchi cittadini e tutte le aree verdi comunali; a Catanzaro chiuso il lungomare; non si circola in bicicletta, vietato sedersi sulle panchine pubbliche e i cani possono essere accompagnati dai loro padroni nelle aeree dedicate uno alla volta, per un tempo massimo di cinque minuti.

Per rimanere nel sud Sardegna, a Cagliari sono stati chiusi i parchi compreso quello di Molentargius e a Pula, è stato interdetta per le troppe passeggiate ed assembramenti, l’area di Nora e le spiagge del comune.

Data la situazione pesantissima nella martoriata Lombardia, il Governatore Fontana, probabilmente chiederà una nuova stretta al Governo con provvedimenti più rigidi e rigorosi.

Insomma, si assiste ad una situazione generale dove purtroppo gli strappi alla regola sono davvero troppi: in una settimana sono state controllate un milione di persone, di cui 43mila sono state denunciate per aver contravvenuto al disposto del decreto.

C’è chi ha mentito sull’autocertificazione, ma cosa altrettanto grave la maggior parte delle persone era in strada senza una valida motivazione; c’è chi ancora va a fare la spesa in coppia (quando invece è previsto che sia solo uno del nucleo familiare a doversene occupare); c’è chi esce più volte al giorno con le scuse più impensate, sigarette, giornale, spesa dopo averla già fatta magari la mattina; i cani che increduli ed inconsapevoli, oggi come mai sono sempre fuori ad espletare i loro bisogni fisiologici, utilizzati come motivo pur di evadere.

Certo, gli irriducibili della passeggiata o del jogging si fanno forti del fatto che l’attività fisica è consentita purchè a distanza di sicurezza l’uno dall’altro; è altrettanto vero però che il numero di questi sportivi o psudo tali è incredibilmente cresciuto a dismisura, tanto che un po’ dappertutto, parchi e giardini risultano essere troppo affollati.

Non è un caso caso che – dopo che il Presidente della Regione Campania De Luca, aveva nei giorni scorsi vietato anche lui, con ordinanza per ragioni sanitarie il passeggiare e l’attività di jogging – oggi il Tar abbia respinto il ricorso avverso a quella disposizione, motivando che “il rischio di contagio è ormai gravissimo sull’intero territorio regionale e i numeri sono in forte crescita, perciò va data prevalenza alle misure approntate per la tutela della salute pubblica”.

Ecco perchè, proprio in queste ore il Ministro delle Politiche giovanili e dello sport Spadafora ed il Governo stanno valutando lo stop alle uscite ed alle attività ludiche all’aperto: “Credo – ha dichiarato il Ministro – che nelle prossime ore, bisognerà prendere in considerazione la possibilità di porre il divieto completo di attività all’aperto; abbiamo lasciato questa opportunità perché ce lo consigliava anche la comunità scientifica”.

“Non vedo esigenza di fare in questi giorni attività all’aperto, proprio in questa settimana, che è una delle più critiche, un’attività che può mettere a rischio sé stessi e gli altri – ha detto ancora il Ministro – Se dovremo essere ancora più chiari, lo faremo in un prossimo Decreto”.

“Sono possibili nuove limitazioni, stiamo vedendo che la stragrande maggioranza ha reagito bene – ha concluso Spadafora – ma ci sono ancora troppe persone che sembrano sottovalutare ciò che il nostro Paese sta attraversando. Sicuramente in queste ore valuteremo anche ulteriori misure, ma lo stiamo dicendo in modo chiaro: dobbiamo restare a casa”.

Alberto Porcu Zanda

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